​Caso camici, Attilio Fontana indagato per autoriciclaggio e false dichiarazioni

Due nuovi reati sono stati ipotizzati nei confronti di Attilio Fontana dalla procura di Milano. Il presidente della Regione Lombardia è attualmente indagato per frode in pubbliche forniture in relazione al cosiddetto caso camici. Ora il governatore risulta accusato anche di autoriciclaggio e false dichiarazione nella voluntary disclosure dell’indagine relativa ai 5,3 milioni di euro depositati su un conto svizzero, che Fontana avrebbe ereditato dalla madre.

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La procura di Milano chiede una rogatoria alle autorità svizzere

La procura di Milano ha inoltrato una richiesta di rogatoria alle autorità svizzere per verificare alcuni movimenti finanziari poco chiari. Lo comunica il procuratore Greco chiarendo che la difesa del governatore si è “dichiarata disponibile a fornire chiarimento” anche con “presentazione spontanea dell’assistito“.

Nel 2016 il governatore Fontana aveva regolarizzato la sua posizione con una voluntary disclosure. Da quel conto svizzero arriverebbero i 250mila euro che Fontana avrebbe offerto al cognato Andrea Dini per compensare la mancata vendita dei camici alla Regione all’inizio della pandemia.

Il caso camici: ecco cosa è successo

Nell’inchiesta relativa al caso camici, Fontana è indagato per frode in pubbliche forniture. Il 16 aprile 2020, egli avrebbe affidato senza gara pubblica una fornitura di 75 mila camici e altri dispositivi anti Covid per oltre mezzo milione di euro a Dama spa, società di Andrea Dini, cognato del Governatore, e di cui Roberta Dini, consorte di Fontana, detiene una quota. Sono indagati anche Andrea Dini e l’ex dg di Aria, centrale acquisti regionale, Filippo Bongiovanni e una dirigente di Aria.

Il conto in Svizzera di Fontana che desta sospetti

Quando emerse il conflitto di interessi a maggio, la fornitura fu trasformata in donazione. A quel punto, Fontana cercò risarcire il cognato per i mancati introiti con un bonifico 250mila euro, proveniente dal suo conto in Svizzera. L’operazione è finita, tuttavia, nel mirino dell’antiriciclaggio della Banca d’Italia come sospetta e poi segnalata alla Gdf e alla Procura milanese. Da qui gli accertamenti dei pm nella seconda fase d’indagine, anche attraverso l’Agenzia delle Entrate, e ora l’avvio di una rogatoria in Svizzera, dove Fontana detiene su un conto 5,3 milioni di euro, a suo dire, ereditati dalla madre.

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