Carenza di vitamina D: cause e cosa mangiare

Carenza di vitamina D: quali le cause e cosa mangiare? Sono molti i fattori che intervengono, determinando conseguenze che sono visibili soprattutto a livello delle ossa. La vitamina D viene prodotta dal corpo soprattutto in risposta alla luce solare, ma è possibile trovarla allo stato naturale in alcuni alimenti, come il pesce, i tuorli d’uovo e i latticini. Per questo motivo è indispensabile seguire una dieta adeguata, che possa aiutare ad assimilare questa importante sostanza nutritiva.

Le cause

Le cause della carenza di vitamina D sono varie. Tutto può essere determinato da un consumo non regolare di alimenti specifici. Soprattutto può accadere, se si segue una dieta vegetariana, perché la maggior parte delle fonti naturali della vitamina in questione è di origine animale. Un’altra causa può essere costituita dall’esposizione limitata alla luce del sole. Anche la pelle di colore scuro può essere d’ostacolo alla produzione di vitamina D. La causa, in questo caso, è determinata dalla melanina.

Alla base ci possono essere veri e propri disturbi, come l’impossibilità dei reni di convertire la vitamina D nella sua forma attiva o l’incapacità, da parte dell’apparato gastrointestinale, di assorbirla adeguatamente. Soprattutto questo si verifica quando si è affetti da alcune malattie, come il morbo di Crohn, la fibrosi cistica, oppure quando si soffre di celiachia. D’ostacolo può essere anche l’obesità, perché le cellule adipose alterano il rilascio della vitamina D nella circolazione sanguigna.

Cosa mangiare

Cosa mangiare contro la carenza di vitamina D? La dieta è fondamentale e non dovrebbero mancare mai sulla nostra tavola alcuni cibi, come l’olio di fegato di merluzzo, alcuni tipi di pesci, come lo sgombro, la carpa, il salmone affumicato e l’anguilla. La vitamina D si trova anche nel latte e nel tuorlo d’uovo. Si dovrebbe favorire il consumo anche di quegli alimenti che intervengono nella sintesi della vitamina D. Per esempio, sono utili il latte di soia, i formaggi grassi, la carne di vitello magra, i funghi porcini e il riso.

Il fabbisogno di vitamina D varia in base all’età e alle condizioni di salute. La ricerca scientifica non è concorde sui livelli che di questa vitamina dovrebbero essere presenti nell’organismo. Tuttavia è stato riscontrato che una concentrazione inferiore a 20 nanogrammi per millilitro può essere considerata insufficiente. In questi casi, oltre a curare il regime alimentare, potrebbe essere necessario anche ricorrere all’uso di appositi integratori.

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