Cambia la mappa a colori dell’Italia: scontro tra Regioni e Governo

Con il cambio di colore delle Regioni Campania e Toscana che diventano rosse, e Friuli-Venezia Giulia, Emilia Romagna e Marche che entrano in zona arancione, ora l’Italia ha un assetto completamente diverso rispetto all’entrata in vigore del Dpcm dello scorso 6 novembre.

Oggi in fascia rossa ci sono Val d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Alto Adige, Toscana, Campania e Calabria, in quella arancione troviamo Friuli Venezia Giulia, Liguria, Emilia Romagna, Umbria, Marche, Abruzzo, Puglia e Basilicata, restano in fascia gialla Trentino, Lazio, Molise e Sardegna.

Alcune Regioni criticano il Governo

Il dibattito tra governatori e Roma è molto acceso ormai da alcune settimane: la divisione in fasce e i vari colori assegnati alle Regioni, e i conseguenti cambi, continuano a destare dubbi.

Il presidente toscano Eugenio Giani ha così commentato l’ingresso nella fascia di maggior gravità del suo territorio: “Quando ho ricevuto la notizia della zona rossa, mi sono amareggiato, è stata una sorpresa, la Toscana ha avuto questa decisione per dati dell’1-8 novembre, ma nei giorni successivi i dati tendevano a stabilizzarsi“. A lui fa eco il sindaco di Firenze Nardella, che chiede maggior trasparenza sul meccanismo di cambio di colore, invitando però popolazione e strutture sanitarie a tenere duro per tornare almeno in zona arancione per Natale.

La Basilicata, arancione, sta valutando di imporre la didattica a distanza da domani fino al 2 dicembre: ai governatori è consentito mettere in atto norme ancora più restrittive, cosa che a breve farà anche l’Abruzzo. Il presidente Marsilio vuole a sua volta mettere in dad tutte le classi, ma sostanzialmente attuare in Regione, al momento arancione, le norme delle zone rosse. Entrerebbe dunque nel lockdown morbido fino al 3 dicembre. La decisione è stata presa dopo aver registrato un aumento preoccupante dei casi negli ultimi giorni, in accordo col Comitato tecnico scientifico.

L’Abruzzo dunque critica il non essere ancora stato dichiarato rosso, come scrive in un post il vicepresidente della Regione Emanuele Imprudente: “A volte si deve fare anche ciò che non si vuole fare, perché è giusto ed opportuno. Nessuno può sfuggire alle responsabilità, questi non sono momenti per fare giochi politici e propagandistici ma sono momenti in cui prendere posizione e anticipare scelte. L’Abruzzo deve essere zona rossa con chiusura scuole“. Anche il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi aveva chiesto di far entrare l’Abruzzo nella fascia di massima gravita.

Di Maio contro De Luca

A nulla è valso l’invito del ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia a non polemizzare, il presidente della Campania De Luca ancora una volta non ha risparmiato critiche nel suo intervento di ieri sera alla trasmissione di Rai 3 “Che tempo che fa”. Contro il sindaco di Napoli De Magristris ha usato parole durissime, accusandolo di aver passato più tempo in tv che a occuparsi della città e di aver sottovalutato il Covid salvo poi cambiare idea. Ha voluto poi rispondere al ministro degli Esteri Di Maio, che qualche giorno fa gli ha ribattuto in questo duello a distanza, sottolineando l’intento delle azioni del Governo mirate al bene di tutte le Regioni, Campania compresa, non risparmiando una battuta sarcastica sul continuo materiale fornito da De Luca al comico Crozza, di cui ne fa l’imitazione nel suo show.

Dunque il governatore campano ieri ha così dichiarato: “L’attività di sciacallaggio contro la Campania è stata avviata perché c’era da colpire un uomo che parla chiaro, che non partecipa alle massonerie, alle aggregazione di corrente e alle corporazioni. Per questo andava colpito. Sono uno che sarà mai politicamente corretto. Dico che Di Maio ha detto cose ignobili ed il presidente del Consiglio ha il dovere di intervenire“.

Le proteste a Torino e Roma

Mentre l’Italia cambia assetto nella lotta contro il Covid, continuano le proteste dei movimenti no-mask. A Torino e Roma si sono svolte piccole manifestazioni non autorizzate di negazionisti delle virus, contrari alla dittatura sanitaria.

Nella Capitale gli 11 fermati saranno denunciati per resistenza a pubblico ufficiale e per manifestazione non dichiarata.

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