Bimba prematura stringe la mano dell’infermiera: la foto diventa virale

bimba prematura

Pesava un chilo e mezzo la bimba prematura che vedete in foto, ma ha avuto la forza di stringere la mano dell’infermiera che la stava accudendo. La foto è stata scattata in un reparto di neonatologia negli USA e condivisa su Figure 1, piattaforma web dedicata a medici, infermieri e studenti per condividere informazioni e pareri, diventando virale e uscendo dai confini dell’ambito ospedaliero. L’immagine ha commosso il web perché dimostra la forza di questa piccola, nata a sole 26 settimane, ma con una tenacia e una voglia di vivere incredibili: la sua manina appare minuscola comparata alla mano dell’infermiera ma il suo tocco è davvero potente e commovente.

L’infermiera ha deciso di postare la foto su Figure 1 per mostrare al mondo la forza di questa piccola ma anche per affrontare un tema molto delicato come è quello dei bambini nati prematuri. La donna si era avvicinata a lei per cambiarle il pannolino quando la bimba ha allungato la manina, di soli 2 centimetri, e l’ha stretta, aggrappandosi alla sua mano. “Mi sono fermata per farglielo fare: il contatto umano è importantissimo per i bimbi prematuri“, ha spiegato l’infermiera. “Mi ha anche resa un po’ triste perché questi bambini hanno davvero bisogno di contatto umano”.

Sono ormai tanti gli specialisti che ritengono fondamentale il contatto umano per i nati prematuri, per il benessere fisico e psicologico. “L’esposizione a batteri sulla pelle della madre aiuta anche a sviluppare il sistema immunitario”, ha spiegato al Daily Mail Kate Pinney, ostetricia responsabile di Tommy’s, istituto che si occupa dei temi della gravidanza in UK.

Anche la vicenda della piccola lo dimostra nel suo piccolo: oggi la bimba ha superato la fase più critica e sta benissimo. “La bella notizia è che la bimba ora è una felice, sana bambina di nove mesi e sei chili di peso“, ha spiegato l’infermiera. “I bambini prematuri sono l’esatta definizione di un miracolo. Ho il miglior lavoro al mondo”, conclude. Vedendo questa immagine, non possiamo che essere d’accordo.

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