Baby Squillo Parioli, una serie TV forse su Sky: c’è l’accordo per ‘Professione Lolita’

Il caso è esploso un anno fa, ora la storia delle cosiddette Baby Squillo dei Parioli a Roma diventa una serie TV. In onda forse su Sky. C’è infatti l’accordo tra la società di produzione tele-cinematografica Lucisano Media Group e la casa editrice Chiarelettere, acquisiti i diritti del romanzo Professione Lolita di Daniele Autieri, il giornalista che nel 2013 ha raccontato la vicenda di cronaca sulle pagine di Repubblica, lo stesso quotidiano che oggi riporta la notizia.

Come successo per Gomorra, da libro bestseller a serie TV, Sky potrebbe ben presto accogliere una nuova produzione da piazzare nel palinsesto tv, pur sempre da arricchire. Il romanzo, spiega una nota delle casa cinematografica, parla di una ‘generazione disperata’, ‘adolescenti disposte a tutto per soldi, cocaina o per il desiderio di sentirsi importanti’.

Lo sfondo di una Roma bene, fatta però di ombre e marciume esistenziale: ‘Una criminalità organizzata da molti volti: dagli spacciatori che gravitano negli ambienti di estrema destra a camorristi senza scrupoli’, oltre a ‘insospettabili affaristi padroni degli appalti’.

Quindi, le prime anticipazioni sulla trama: un capitano romano dei Carabinieri deve sbrigare la matasse dell’intrigo, diviso tra due parti di sé: incastrare i colpevoli o salvare le vittime. Finirà, forse, per fare entrambe le cose. A confermare l’ipotesi le parole di Paolo Lucisano, presidente della casa di distribuzione cinematografica: dice infatti ‘sarebbe perfetta per Sky’.

La Lucisano Media Group è una società di produzione tele-cinematografica che si sta imponendo al mercato degli ultimi tempi, tra gli ultimi successi al cinema, come i film Io e la giulia e Scusate se esisto con diverse nomination ai David di Donatello. E alcune fiction televisive in produzione, a breve sul piccolo schermo italiano: è il caso de Il Sistema per la Rai con Claudio Gioè, Anna e Yusef con Vanessa Incontrada e Tutte lo vogliono con Enrico Brignano. Non è la prima volta che il caso finisce in TV: se n’era occupato anche Riccardo Iacono per Presa Diretta.

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