Anche per la Supermedia, tra Meloni e Schlein ci sono dieci punti di distanza

Anche la Supermedia di YouTrend per Agi segnala una distanza di dieci punti percentuali tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein, rispettivamente la prima presidente del Consiglio donna della storia della Repubblica italiana e leader di Fratelli d’Italia e prima segretaria donna del Partito democratico. In due settimane, entrambe le numero uno del primo e secondo partito hanno guadagnato qualcosa, ma a farlo di più, come da un mese a questa parte, sono i dem, che hanno recuperato terreno (ancora) sul MoVimento 5 stelle, che perde anche oggi qualcosa.

Meloni Schlein
Giorgia Meloni, la presidentessa del Consiglio e numero uno di Fratelli d’Italia, ed Elly Schlein, la neosegretaria del Partito democratico – Nanopress.it

Non quanto la Lega di Matteo Salvini, però, sicuramente lo schieramento che in due settimane ha arretrato di più nei consensi secondo la media dei sondaggi realizzata dall’istituto di ricerca. Non brilla neanche Forza Italia di Silvio Berlusconi, e infatti la coalizione di centrodestra ha perso quasi l’1% dal 9 marzo, niente di preoccupante perché la distanza, ancora, dal centrosinistra è di venti punti.

Per la Supermedia, Meloni cresce ma non quanto il Pd di Schlein: la distanza per i sondaggi è di dieci punti percentuali

La politica delle donne, fatta dalle donne, è finalmente sbarcata anche in Italia. E le due donne a capo dei due principali schieramenti, stando ai sondaggi, ma non solo, sono anche tra le poche che in, due settimane, secondo la Supermedia di YouTrend per Agi sono riuscite a recuperare del terreno sugli altri, gli inseguitori. Se nel caso della neo segretaria del Partito democratico, Elly Schlein, questa non sembra essere una novità, per la presidentessa del Consiglio, Giorgia Meloni, anche leader di Fratelli d’Italia, si tratta di un ritorno dopo settimane in cui si oscillava.

Nella fattispecie, il partito della premier ha guadagnato, secondo le rilevazioni degli Istituti Demopolis (data di pubblicazione: 22 marzo), EMG (13 marzo), Euromedia (14 marzo), Ipsos (18 marzo), Ixé (20 marzo), Piepoli (14 marzo), Quorum (20 marzo), SWG (13 e 20 marzo) e Tecné (11 e 18 marzo), lo 0,4% rispetto al 9 marzo, portandosi al 29,7% dei consensi, esattamente dieci punti in più del Pd che, invece, è cresciuto dello 0,9% in due settimane (è al 19,7%).

Non ci sono solo le donne, le due leader, sempre più vicine, non sui temi certamente. Ci sono anche il MoVimento 5 stelle di Giuseppe Conte, che a dispetto della crescita abnorme dei dem, queste due settimane sono riusciti a contenere la perdita allo 0,2%, e sono ora fotografati dai sondaggi al 15,7%, forse anche per la dura opposizione che l’Avvocato del popolo ha fatto alla premier in occasione delle comunicazioni prima del Consiglio europeo e sulla guerra in Ucraina, meglio sull’invio di armi e aiuti al Paese invaso dalla Russia.

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Matteo Salvini, il segretario federale della Lega, e Giuseppe Conte, il presidente del MoVimento 5 stelle – Nanopress.it

Ed è poco soprattutto perché la Lega di Matteo Salvini, che invece quel giorno non si è presentato alla Camera accanto a Meloni, ha perso in due settimane lo 0,7%, conquistando di fatto il titolo di schieramento che è arretrato di più. Dal 9,2% del 9 marzo, il Carroccio del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti è arrivato oggi all’8,5%, distante 1,2% dal terzo polo, quindi da Azione e Italia Viva di Carlo Calenda e Matteo Renzi che pure hanno perso lo 0,3% e sono, appunto, al 7,3%.

Nonostante la perdita di consensi, però, i due ex dem possono non preoccuparsi perché Forza Italia di Silvio Berlusconi, che pare abbia cambiato linea sposando di più quella di Gianni Letta rispetto a quella della capogruppo al Senato, Licia Ronzulli, ha perso lo 0,4% dal 9 marzo, ed è ora al 6,6%.

Per contro di una maggioranza che perde, a cui si deve aggiungere anche il risultato negativo di Noi Moderati di Maurizio Lupi, che le rilevazioni danno all’1% e quindi con lo 0,2% in meno rispetto a due settimane fa, ci sono le opposizioni, parlamentari ed extra, ma soprattutto di sinistra che riescono a guadagnare più di qualcosa. È il caso, per esempio, dell’alleanza Verdi e Sinistra di Angelo Bonelli, Eleonora Evi e Nicola Fratoianni, che dal 9 marzo ha racimolato lo 0,4% riportandosi al di sopra della soglia di sbarramento e superandola (è al 3,2%).

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Angelo Bonelli, co portavoce di Europa Verde, e Nicola Fratoianni, suo alleato e segretario di Sinistra italiana – Nanopress.it

La stessa soglia da cui si è allontanata, ancora, +Europa di Riccardo Magi. Nonostante i discorsi contro le modalità scelte dal governo per la gestione dei migranti (e dei salvataggi), il partito dell’ex radicale ha perso ancora lo 0,2%, portandosi al 2,1%, ovvero alle stesse percentuali che si sono registrate anche per Per l’Italia con Paragone dell’ex senatore del MoVimento 5 stelle, che in due settimane è rimasto tale e quale a come era. Decisamente meglio, invece, ha fatto Unione Popolare di Luigi De Magistris, l’ex sindaco di Napoli con il suo schieramento ha visto crescere i consensi dello 0,4% ed è ora all’1,8% totale.

La coalizione del centrodestra arretra di quasi un punto, ma è ancora nettamente prima con il centrosinistra a venti lunghezze

Per quanto riguarda le coalizioni, quella del centrodestra, anche al netta della crescita del primo partito di Meloni, ha subito una flessione, secondo i sondaggi, dello 0,9% e si è attestata al 45,8% delle preferenze, molto lontana comunque dal centrosinistra, in cui rientrano, appunto, Pd, Avs e +Europa, che è al 25,1% e quindi sopra di 1,2% rispetto a due settimane fa.

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Nicola Fratoianni, Giuseppe Conte ed Elly Schlein – Nanopress.it

Certo, poi, se mai andasse in porto l’idea del campo largo, ovvero con le forze delle opposizioni schierate tutte insieme, questa distanza di più di venti punti che c’è ora con la maggioranza che sostiene il governo non solo si ridurrebbe ma vedrebbe in vantaggio proprio loro, gli altri, e di 2,3 punti percentuali. Il Partito democratico, infatti, insieme agli altri partiti con cui si è presentato alle elezioni politiche del 25 settembre, più i pentastellati e il terzo polo, arriverebbe al 48,1%, e sì, tornerebbe a fare la voce grossa. Si tratta di fantapolitica, però.

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