Anche per la Supermedia Schlein trascina il Pd in alto e l’M5s in basso

Anche la Supermedia di questa settimana, che registra i progressi (o i tracolli) dei partiti politici, il Partito democratico di Elly Schlein va a gonfie vele: dal 23 febbraio a oggi, infatti, secondo la media dei sondaggi il Nazareno ha conquistato quasi due punti percentuali, che sono stati rubati, ancora una volta, al MoVimento 5 stelle, sancendo il sorpasso, e l’alleanza Verdi e Sinistra.

Schlein Conte
Elly Schlein, la neosegretaria del Partito democratico, e Giuseppe Conte, il presidente del MoVimento 5 stelle – Nanopress.it

Per quanto riguarda la maggioranza di governo, Fratelli d’Italia della premier Giorgia Meloni rimane primo partito ma perde più di qualcosa, rimanendo quindi sotto il 30%, cresce, invece, di poco la Lega di Matteo Salvini, che aumenta così il gap con il terzo polo che, a differenza delle altre forze che siedono tra i banchi dell’opposizione, eccetto il Pd, guadagna qualcosa.

L’effetto Schlein per il Partito democratico continua anche per la Supermedia di questa settimana, male (ancora) il MoVimento 5 stelle

Il 26 febbraio, il giorno in cui un barchino proveniente dalla Turchia, con a bordo almeno 150 migranti, è naufragato al largo di Steccato di Cutro, in Calabria, causando la morte di 72 persone (ma il dato potrebbe ancora cambiare), ha segnato una svolta epocale per la politica, specie quella targata Partito democratico.

Schlein Bonaccini
Elly Shlein e Stefano Bonaccini – Nanopress.it

L’elezione a sorpresa alle primarie, quindi ai gazebo, di Elly Schlein, contro Stefano Bonaccini, che pure aveva ottenuto il parere favorevole dei circoli, infatti, è iniziata una rincorsa nei sondaggi dei dem al MoVimento 5 stelle di Giuseppe Conte e, forse, anche di Fratelli d’Italia, ma quello è troppo presto per dirlo.

Rispetto alla Supermedia – la media delle rilevazioni dei maggiori istituti di ricerca – di due settimane fa, ovvero del 23 febbraio, lo schieramento del Nazareno ha guadagnato l’1,9% dei consensi arrivando al 18,8% e superando di fatto i pentastellati dell’ex premier – che forse stanno anche scontando il fatto che proprio il loro presidente sia indagato dalla procura di Bergamo per la gestione delle prime settimane della pandemia da Covid – che hanno perso l’1,4% e sono scesi al 15,9%.

Il Pd, però, non ha “rubato” voti potenziali solo ai vecchi alleati, ma anche a coloro i quali alle elezioni politiche del 25 settembre si sono presentati in coalizione con il partito che, all’epoca, aveva come segretario Enrico Letta. L’alleanza Verdi e Sinistra di Angelo Bonelli, Eleonora Evi e Nicola Fratoianni scende per la prima volta sotto la soglia di sbarramento del 3%, arrivando al 2,8% a causa di una perdita di consensi dello 0,6% in due settimane. Meglio non vanno le cose a +Europa, già lontana dall’obiettivo di rientrare in Parlamento – ci sono riusciti solo l’ex segretario Benedetto Della Vedova e chi lo ha sostituito, Riccardo Magi -, che aumenta il gap di uno 0,1% ed è ora al 2,3%.

Calenda Renzi
Carlo Calenda, leader di Azione, e Matteo Renzi, numero uno di Italia Viva – Nanopress.it

Tra le forze che siedono tra i banchi dell’opposizione, gli unici che dal 23 febbraio, oltre al Partito democratico, ovviamente, sono riusciti a non perdere, ma anzi guadagnare sono quelli del terzo polo, quindi Azione e Italia Viva di Carlo Calenda e Matteo Renzi. I due ex dem, che si posti fin da subito come interlocutori per gli elettori del Pd scontenti della vittoria di Schlein alle primarie, sono cresciuti dello 0,2%, arrivando al 7,6%.

E quindi veniamo alla maggioranza che, proprio ieri, da Cutro, ha approvato un nuovo decreto legge sui migranti, inasprendo soprattutto le pene per i trafficanti di esseri umani. L’accoglienza riservata al governo dagli abitanti della zona non è stata delle migliori, oltre alle scritte apparse contro il ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, e contro tutto l’esecutivo, sono stati prese di mira con dei peluche le macchine della presidentessa del Consiglio, Giorgia Meloni, e dei due vicepremier, rispettivamente il coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, e il leader della Lega, Matteo Salvini.

Berlusconi Meloni Salvini
Silvio Berlusconi, presidente di Forza Italia, Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, e Matteo Salvini, segretario federale della Lega – Nanopress.it

Ecco, proprio lo schieramento del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, anche il più deciso nella lotta all’immigrazione clandestina, è l’unico dei tre maggiori partiti che è riuscito a guadagnare qualche consenso in due settimane. Il Carroccio, infatti, dall’8,9% del 23 febbraio è fotografato oggi al 9,2%, ovvero lo 0,3% in più. Il doppio, invece, ha perso Fratelli d’Italia della premier, che è rimasto sotto il 30%, ed è al 29,3%. Quanto agli azzurri di Silvio Berlusconi, hanno aumentato il distacco con il terzo polo perché hanno visto una decrescita dello 0,1% e si sono fermati al 7%. Insomma, ci sono stati tempi migliori. Anche per Noi Moderati di Maurizio Lupi, la quarta forza della coalizione, che anche guadagnando lo 0,2%, è comunque all’1,2%.

A proposito di chi rimane sotto la soglia di sbarramento, di cui vi abbiamo già accennato qualcosa, Unione Popolare dell’ex sindaco di Napoli Luigi De Magistris ha perso un altro 0,2% in due settimane, mentre ha guadagnato la stessa percentuale Per l’Italia con Paragone dell’ex senatore e giornalista pentastellato, che è al 2,1%, ed è anche vicinissimo al gruppo dei “radicali”.

Un ipotetico campo largo batterebbe il centrodestra

Quanto alle coalizioni, il centrosinistra, guidato ovviamente dal Partito democratico in netta forma, ha guadagnato in due settimane l’1,2% dei consensi ed è fotografato dalla Supermedia di YouTrend per Agi al 23,9%, quindi ancora molto lontano da un centrodestra che ha perso lo 0,2% ma è comunque al 46,7%.

Ma se le forze delle opposizioni si unissero nel campo largo, il progetto di Letta tramontato prima delle elezioni, ma che potrebbe avere un senso con Schlein che ha aperto a dei dialoghi sia con il MoVimento 5 stelle, sia con il terzo polo, ecco, in quel caso sarebbero Meloni, Salvini e Berlusconi ad avere la peggio, perché l’ipotetica (e probabilmente anche impossibile) alleanza arriverebbe al 47,4%.

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