Agguato di mafia a Palermo, ucciso il boss Giuseppe Dainotti

Mafia: uomo ucciso a Palermo è boss scarcerato tre anni fa

Agguato di mafia a Palermo dove Cosa Nostra è tornata a sparare per le vie cittadine. La vittima è il boss Giuseppe Dainotti, 67 anni, condannato all’ergastolo ma uscito dal carcere nel 2014 dopo 25 anni grazie alla legge Carotti che ha permesso di commutare le condanne a vita in 30 anni anche per gli appartenenti alla criminalità organizzata. Dainotti, membro di spicco del potente clan di Porta Nuova, è stato ucciso a colpi di pistola mentre era in bicicletta in via D’Ossuna, nel popolare quartiere della Zisa. I killer lo avrebbero affiancato, probabilmente in moto, e gli avrebbero sparato in testa. Gli abitanti del posto hanno poi chiamato le forze dell’ordine dopo aver sentito gli spari.

Sul posto stanno lavorando gli uomini della Polizia e della Scientifica. L’agguato a Dainotti fa ripiombare Palermo nella paura di faide tra clan nel giorno che precede il 25esimo anniversario della strage di Capaci. Uomo di spicco del potente clan del centro cittadino, Dainotti era stato il braccio destro del boss Salvatore Cancemi: condannato all’ergastolo per omicidio e per la rapina miliardaria del Monte dei Pegni del 1991, era uscito 3 anni fa dopo la commutazione della pena a 30 anni.

Già allora la sua scarcerazione suscitò non poche polemiche: secondo quanto ricostruisce Repubblica, la sua liberazione aveva agitato le acque dei clan che si erano già mossi per ucciderlo, venendo fermati da un’ondata di arresti. L’ordine però era stato lanciato e Dainotti è stato ora raggiunto dai killer che lo hanno freddato in strada nella più classica esecuzione di stile mafioso.

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