Whistleblowing: la tutela oltre i confini degli Stati Uniti

Whistleblowing

Gli Stati Uniti, attraverso alcune leggi di carattere transnazionale, tutelano il whistleblowing anche al di fuori dei propri confini. Con il termine inglese whistleblowing ci si riferisce al fenomeno per cui un soggetto, il whistleblower appunto, denuncia uno o più illeciti commessi all’interno dell’organizzazione per cui lavora. Gli Stati Uniti tutelano da tempo coloro che collaborano alla denuncia di comportamenti fraudolenti o irregolari, permettendone quindi la sanzione, a differenza dell’Italia, dove il whistleblowing non trova ancora una specifica regolamentazione nel sistema giuridico.

Negli Usa sono invece diverse le leggi che si occupano di regolamentare il whisteblowing, prevedendo tutta una serie di vantaggi e garanzie a favore dei singoli whistleblowers. Alcune di queste leggi, avendo carattere transnazionale, assumono grande rilevanza in Italia e in tutto il mondo. La tutela del whistleblowing, infatti, si estende ben oltre il territorio degli Stati Uniti. Secondo il sito ufficiale della U.S. Security and Exchange Commission (il SEC, l’ente governativo preposto alla vigilanza dei mercati di borsa), tra il 2011 e il 2015 sono pervenute segnalazioni di illeciti alla Commissione da quasi cento paesi stranieri.

Leggi che tutelano il whistleblowing oltre i confini degli Usa
La prima di queste leggi è il Sarbanes Oxley Act (SOX). Adottato in seguito a grandi scandali che hanno coinvolto l’economia americana, il SOX si applica non solo alle società con base negli Stati Uniti, ma anche a tutte le società che siano quotate sul mercato americano. Basti pensare alle multinazionali. Il SOX impone innanzitutto alle società di dotarsi di misure interne per accogliere le segnalazioni di illeciti da parte dei whistleblowers. Prevede inoltre un espresso divieto di “retaliation”, ovvero di ritorsione nei confronti del lavoratore che abbia fornito informazioni relative ad abusi commessi. Se il lavoratore diventa vittima di ritorsione ha diritto ai “compensatory damages”, che consistono nella reintegrazione con la medesima anzianità, nel pagamento degli arretrati e nel risarcimento dei danni patiti per la discriminazione.

La tutela dei singoli whistleblowers non si ferma qui. Con l’introduzione nel 2010 del Dodd – Frank Wall Street Reform and Consumer Protection Act, è stato istituito un vero e proprio programma per incentivare il whistleblowing. La norma si riferisce a chiunque fornisca alla SEC una “original information” su una possibile violazione, passata, presente o futura, di una legge federale relativa agli strumenti finanziari. Molte di queste segnalazioni riguardano ad esempio la violazione del Foreign Corrupt Practices Act, che vieta di corrispondere tangenti a funzionari stranieri al fine di ottenere o mantenere certi affari. Punto importante è che la normativa si riferisce a qualsiasi individuo, non per forza cittadini americani.

Il whistleblower, oltre ad essere protetto contro qualsiasi ritorsione, ha diritto anche a un “award”, ossia un premio per aver contribuito a scoprire la violazione. Tuttavia, affinché il whistleblower ottenga il premio, l’informazione fornita deve portare necessariamente a una vittoriosa azione della SEC, che porti a sanzioni superiori a un milione di dollari. Nel determinare la percentuale corrisposta al whistleblower, verrà valutata la significatività dell’informazione fornita, la collaborazione del whistleblower stesso e l’influenza che la segnalazione e conseguente azione hanno avuto sul rafforzamento del sistema stesso. La segnalazione può essere anche anonima ma, affinché la SEC possa prenderla in considerazione, dovrà essere presentata da un avvocato che rappresenti il whistleblower.

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