Villa Cicerone di Formia: l’antica dimora rischia di crollare

E’ allarme per Villa Cicerone a Formia: l’antica dimora, luogo prediletto del grande oratore, rischia di crollare. La residenza, infatti, versa in condizioni critiche già da parecchio tempo, nonostante la mobilitazione dei numerosi comitati cittadini e l’attività del FAI che, proprio quest’anno, ha eletto la villa come primo ‘luogo del cuore‘ del Lazio. Ma la struttura, che in tempi più recenti fu dimora anche di Ferdinando II di Borbone, sembra abbandonata all’incuria e al degrado tanto che, per evitare che crolli, sarebbe necessario un intervento urgente di restauro.

L’antica ‘villa d’otium‘ fatta costruire da Cicerone a Formia, rischia di crollare. La sfarzosa residenza, ricca di decori e di sculture, luogo preferito del grande oratore – che proprio qui volle la sua villa per studiare e rifugiarsi durante i periodi di guerra civile a Roma – è in totale stato di abbandono.Con essa gli stucchi, le decorazione parietali e il terrapieno – un tempo splendido agrumeto – che circonda la casa.

Costruita seguendo la tradizione dei Romani che, proprio sul Golfo di Gaeta erano soliti edificare splendide strutture per dare sfoggio di ricchezza e potere, la Villa di Cicerone si affaccia sull’attuale porto turistico Caposele ed era originariamente disposta su tre livelli. Aveva grandi peschiere, due ninfei a più navate, colonne, marmi, decorazioni e immagini rupestri dotati di sorgenti d’acqua. Insomma, una splendida villa romana, amatissima da Cicerone che proprio lì vicino volle seppellire anche la figlia Tulliola. ‘Io qui non ho una villa, scrive in una lettera all’amico Tito Pomponio Attico, ma una basilica a causa della frequenza dei Formiani‘. La residenza, infatti, essendo immersa nelle natura e lontana dalla città, era un luogo perfetto per studiare e dedicarsi alla filosofia.

Dopo esser stata di proprietà di diverse famiglie – tra le quali anche il re di Napoli Federico II di Borbone – la Villa divenne quartier generale durante l’Assedio di Gaeta e sempre qui, il 13 febbraio del 1861, venne firmato l’armistizio che avrebbe portato poi all’Unità d’Italia. Messa in vendita dallo Stato qualche anno dopo, la Villa fu comprata dalla famiglia Rubino, tuttora proprietaria del terreno. ‘Dal momento della vendita a oggi, ha spiegato Sandro Bartolomeo, Sindaco di Formia, non è stato compiuto alcun intervento. Si stanno perdendo tutte le decorazioni parietali e gli stucchi e anche il terrapieno, se continua a esser abbandonato, cederà‘. Lo stesso Sindaco, qualche anno fa, aveva proposto ai Rubino l’acquisto dell’area senza ottenere però alcun risultato. ‘Il mio, ha detto ancora, oltre che un grido d’allarme, è un appello alla responsabilità di tutti. L’archeologia non finisce a Roma‘.

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