Twitter: è iniziata l’era di Elon Musk

Molte novità in vista per il social guidato dall’imprenditore miliardario Elon Musk, a partire dalla spunta blu a pagamento.

Elon Musk
Elon Musk – Nanopress.it

Gli esperti però avvertono del rischio che i profili falsi possano aumentare esponenzialmente.

Spunte blu per tutti su Twitter

“Blu per 8 dollari al mese”. Con questo cinguettio il neo patron di Twitter, Elon Musk, ha annunciato ieri la prima novità che intende introdurre nel social media più popolare tra politici, aziende, giornalisti e volti più o meno noti all’opinione pubblica. Sì, perché sembra proprio che a Musk non piacesse affatto il sistema gratuito per ottenere la celeberrima spunta blu al profilo, giudicato iniquo e classista che differenzia tra “lord e contadini”, a suo dire.

Ben presto, quindi, tutti quanti potranno avere il profilo verificato ed essere così identificati come coloro le cui considerazioni sono giudicate rilevanti per l’opinione pubblica. Come? In maniera molto semplice: pagando. Chi sottoscriverà un abbonamento mensile, che negli Stati Uniti sarà di 8 dollari mentre negli altri Paesi varierà in funzione del potere d’acquisto, riceverà l’ambito riconoscimento e anche la priorità in risposte, menzioni e volendo nelle ricerche. Infine, avrà la possibilità di postare video e audio più lunghi e meno pubblicità.

Non ha quindi perso tempo il miliardario sudafricano, uomo più ricco del mondo e già fondatore di Tesla, SpaceX e Neuralink, solo per citare quelle più note. Dopo il tira e molla nei tribunali sul compro-non compro, culminato poi con la scalata costatagli ben 44 miliardi di dollari, questa è la seconda mossa di quella che già appare essere una rivoluzione per gli utenti all’interno del mondo di Twitter. La prima era stata la cacciata dei vertici dell’azienda oramai diventata privata.

Uffici Twitter
Uffici Twitter – Nanopress.it

Non dovrebbe sorprendere, dunque, se il nuovo amministratore delegato vuole massimizzare il profitto e monetizzare alcune opzioni presenti sulla piattaforma di microblogging co-fondata nel 2006 da Jack Dorsey. Non ha di certo comprato la società per poi lasciarla così come era. Eppure, questa nuova iniziativa pone degli interrogativi seri. Se infatti in una democrazia ognuno può esprimere la sua opinione liberamente, è altrettanto chiaro che il peso delle parole dei Capi di Stato e di governo non abbiano lo stesso effetto e peso di qualcuno che parlando rappresenta solo sé stesso.

Come funzionava prima 

Prima dell’avvento di Musk, Twitter nelle sue funzioni base era gratuito per gli utenti e i suoi affari giravano intorno agli inserzionisti. Più e più volte era girata voce che la piattaforma potesse diventare a pagamento per tutti. Invece, alla fine, a pagamento era diventato solamente un nuovo servizio di abbonamento con funzioni premium chiamato Twitter Blue. La spunta blu era ad appannaggio quasi esclusivo di chi godeva già di una certa notorietà. L’identità delle personalità pubbliche veniva verificata fornendo documenti e altre evidenze per dimostrare di far parte delle categorie ammesse al riconoscimento.

Chi ricopriva cariche pubbliche o di governo, grandi aziende, organizzazioni e marchi, attivisti, giornalisti, creatori di contenuti, persone appartenenti al mondo di sport, intrattenimento e più in generale riconosciute come influenti non avevano difficoltà a ottenere il lasciapassare blu del mondo digitale.

Da ora in poi, invece, non conterà più quanto si è già famosi. Potenzialmente, se tutti gli utenti decidessero di aderire all’abbonamento mensile, non ci sarebbe più alcuno su Twitter non riconosciuto con la spunta blu. Difficilmente accadrà anche perché si tratterebbe di spendere 96 dollari ogni 12 mesi a fronte del costo zero degli ultimi anni.

Ad ogni modo, alcuni esperti hanno evidenziato come la spunta blu a pagamento potrebbe provocare molti problemi di account falsi e spam. Su Twitter la spunta blu al profilo del POTUS ad esempio, ovvero il presidente degli Stati Uniti, serviva per riconoscerlo tra altri migliaia di profili falsi. Dunque non è uno strumento di poco conto se permette di distinguere le dichiarazioni del vero Joe Biden da quelle false dell’omonimo. Una cosa è infatti che condanni fermamente l’invasione russa in Ucraina, un’altra invece che aderisca a teorie complottiste sul 5G. Gli avvelenatori di pozzi che diffondono fake news a tutto spiano sarebbero felici se il vero e il falso si mescolassero con questa facilità e senza possibilità di distinzione immediata.

Inoltre, se i profili che oggi sono già riconosciuti decidessero di non aderire all’abbonamento, come il caso dello scrittore Stephen King, non si sa se potrebbero tenere la spunta blu oppure dovranno rinunciarci. Nella seconda ipotesi non ci sarebbero garanzie che un altro profilo identico non tenti di sostituirsi a questo rubandone l’identità per poi farla validare con la spunta blu appena comprata.

Va da sé che Twitter diventerebbe così un social con affidabilità nulla in termini di circolazione di informazioni e forse con più notizie false di tutti. Resta poi ancora in sospeso la questione dei controlli sui contenuti e sulla riammissione di chi, come l’ex presidente statunitense Donald Trump, fu bandito dalla piattaforma per aver postato contenuti in violazione delle regole di Twitter. La nuova era per Musk sarà tutt’altro che facile da gestire.

Impostazioni privacy