Tutti falsi i Modigliani in mostra a Genova, Palazzo Ducale si difende: ‘Noi parte lesa’

Falsi Modigliani in mostra a Genova

[didascalia fornitore=”ansa”]Una delle opere ritenute false ed esposte a Genova[/didascalia]

Sono tutti falsi i quadri di Amedeo Modigliani in mostra a Genova e sequestrati nel luglio 2017: per la precisione, su 21 opere, 20 sono “grossolanamente dei falsi”, mentre uno solo, un disegno, sarebbe originale. La conferma arriva dalla perizia chiesta dalla Procura che indaga per truffa aggravata, messa in circolazione di false opere d’arte e riciclaggio in merito all’esposizione organizzata a Palazzo Ducale lo scorso anno e terminata con il sequestro delle opere dopo l’esposto di Carlo Pepi, esperto d’arte che nel 1984 smascherò anche le false teste di Modigliani ritrovate a Livorno. Il perito Isabella Quattrocchi ha confermato quanto denunciato da Pepi, sottolineando che le opere sono dei falsi “nei tratti e nel pigmento” e che le cornici arrivano dall’Est Europa e dagli USA. La Fondazione di Palazzo Ducale si difende: “Noi parte lesa”.

Tutto era iniziato lo scorso luglio quando i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio artistico avevano disposto il sequestro delle opere di Modigliani in mostra a seguito della denuncia dell’esperto toscano: i quadri sono tuttora conservati nel caveau dell’Arma in attesa del processo ai tre indagati, il presidente di MondoMostre Skira Massimo Vitta Zelman, il collezionista e mercante d’arte Joseph Guttmann, proprietario di alcune delle opere ritenute false e il curatore della mostra Rudy Chiappini.

Fondazione Palazzo Ducale ha subito risposto alla notizia, sottolineando di essere parte lesa nella vicenda. “Sono stati ipotizzati reati compiuti in danno della Fondazione. Ci siamo costituiti parte offesa, seguiremo il procedimento”, ha chiarito il legale della Fondazione, avv. Cesare Manzitti.

Si difende anche Rudy Chiappini, l’ex curatore della mostra. “Per me non cambia nulla. L’attribuzione delle opere a Modigliani non l’ho fatta io, mi sono solo limitato a raccogliere informazioni già esistenti. Bisognerà risalire alla fonte, a chi ha fatto la prima attribuzione. Io resto comunque dell’idea che quei quadri siano buoni”, chiarisce.

Adesso “bisognerà leggere la consulenza – ha proseguito – certo è che se parla di cornici è ridicolo. Ogni proprietario mette le cornici che vuole. Comunque quei dipinti sono stati esposti anche da altre parti e la loro autenticità era basata su attribuzioni fatte da altri studiosi e esperti”.

Il caso potrebbe dunque rivelarsi ricco di sorprese. La difesa potrebbe richiedere una seconda perizia, mentre le indagini dei Carabinieri continuano alla ricerca dei possibili falsari. Che di soldi e non solo di arte si tratti lo dicono le ultime vendite di opere di Modigliani alle aste: nel 2015 il “Nu couché”, opera del 1917, ha raggiunto i 170 milioni di dollari all’asta da Christie’s.

Impostazioni privacy