Trump: ‘Via i clandestini, sì al muro con il Messico, giudici anti-aborto e a favore armi’

Usa 2016, Donald Trump presidente Stati Uniti: il suo primo discorso


Donald Trump ha ribadito il suo piano per gli Stati Uniti: via milioni di clandestini, sì al muro con il Messico, giudici contro l’aborto e a favore delle armi nominati nella Corte Suprema. Il neopresidente ha poi teso la mano ai contestatori, cercato di mettere un freno ai sostenitori razzisti e anticipato le prime nomine. Insomma, tanta carne al fuoco nell’intervista concessa al programma 60 minutes della Cbs.

Nella prima apparizione televisiva dopo l’elezione che ha spaccato l’America tra scontri e proteste, il magnate ha toccato un argomento a lui caro, i clandestini, annunciando che verranno espulsi 2-3 milioni di immigrati con precedenti penali: “Ciò che faremo è prendere le persone che sono criminali e quelle che hanno precedenti penali, membri di gang, trafficanti di droga, probabilmente due milioni, possibilmente anche tre milioni, e li cacceremo dal Paese o li metteremo in carcere”.

Sì al muro con il Messico
Pugno duro anche con il Messico: il muro, o comunque delle recinzioni, si faranno: “Per alcune zone accetterei delle recinzioni. Ma in altre aree, un muro è più appropriato”.

Giudici anti-aborto e pro-armi
Trump ha anche toccato altri tasti destinati a spaccare ancora di più gli americani. Ha annunciato che per la Corte Suprema nominerà giudici “pro vita” e “pro secondo emendamento”. Insomma, giudici contrari all’aborto e favorevoli all’uso delle armi come autodifesa.

Reince Priebus capo di gabinetto
In attesa di conoscere la squadra di governo, il presidente conservatore ha anticipato che il capo di gabinetto sarà Reince Priebus, attuale presidente del Partito Repubblicano. Tra i pochi esponenti del partito non ostili a Trump, Priebus avrà anche il ruolo “ufficiale di collegamento” tra la Casa Bianca e il Congresso.

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Mano tesa ai contestatori
Trump ha teso la mano ai contestatori, coloro che non hanno digerito la sua elezione e lo hanno dimostrato con cortei e proteste nelle maggiori città. Gente che “ha bisogno di un po’ di tempo” visto che “non mi conosce”, ha spiegato il presidente. “Vi rispetto, fermatevi. Non abbiate paura, ci riprenderemo il nostro Paese”.

“Basta attacchi razzisti”
Allo stesso modo ha cercato di placare i suoi sostenitori più razzisti, mettendo a freno i loro istinti più beceri: “Basta attacchi verbali ad afroamericani, latinos e gay”. Negando di essere stato lui stesso istigatore di questi atteggiamenti durante la campagna elettorale, ha affermato: “Mi rattrista molto sentire questo. E dico, fermatevi… Se può aiutare, lo dico di fronte alle telecamere, fermatevi”.

La telefonata con il presidente cinese
Mentre il presidente del Parlamento iraniano Ali Larijani ha annunciato di non aver alcun pregiudizio nei confronti di Trump, il presidente Usa ha allentato la tensione con il presidente cinese Xi Jinping. Trump, che in campagna elettorale era stato duro con la Cina, accusata di commercio sleale, ha telefonato a Xi Jinping. I due hanno convenuto che interrompere i rapporti commerciali non conviene a nessuno. “La cooperazione tra Cina e Usa è l’unica scelta corretta” ha dichiarato il leader cinese, annunciando un incontro “di persona il prima possibile per discutere e trattare i problemi di comune interesse”.

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