USA, impeachment al Senato: Donald Trump “minaccia per la democrazia”

Nancy Pelosi, speaker della Camera, ha inviato l’articolo per l’impeachment contro l’ex presidente americano Donald Trump. L’articolo, arrivato oggi, martedì 26 gennaio, in Senato, è stato letto da Jamie Raskin, deputato che guida l’accusa.

Trump definito “una minaccia per la democrazia”

Trump è accusato, a seguito degli eventi dello scorso 6 gennaio, di “istigazione all’insurrezione”. Inoltre, l’ex presidente USA è stato definito “una minaccia per la Democrazia”.

Nelle cinque pagine dell’articolo, inoltre, viene sottolineato come il presidente Trump abbia “messo in pericolo la sicurezza degli Stati Uniti e delle istituzioni” di come abbia “minacciato l’integrità del sistema democratico e ostacolato una pacifica transizione dei poteri”.

Per tutti questi motivi, nell’articolo si legge che “resta una minaccia per la sicurezza nazionale, per la democrazia e per la Costituzione”.

Il nuovo presidente americano, Joe Biden, ha detto alla CNN: “Penso che vada fatto”, commentando per la prima volta il processo per l’impeachment al ex presidente Trump. Inoltre, Biden ha detto che questo potrebbe portare a dei ritardi nella conferma dei suoi membri al Governo in Senato, ma anche all’attuazione della sua agenda politica. Il neo presidente ha però aggiunto che “sarebbe stato peggio se questo non fosse accaduto”.

L’ex presidente potrebbe fondare un nuovo partito

Il processo inizierà la settimana dell’8 febbraio. Per Trump questo sarà il secondo processo d’impeachment e il quarto nella storia americana.

Secondo quanto emerso sul Wall Street Journal nei giorni scorsi, Donald Trump starebbe pensando di fondare un nuovo partito politico con il nome di “Patriot Party”. Il giornale ha scritto che l’ex presidente americano avrebbe già parlato della decisione di fondare una nuova forza politica con il suo entourage.

Inoltre, proprio ieri, lunedì 25 gennaio, la Corte Suprema americana ha respinto un insieme di cause contro l’ex presidente. Trump, infatti, era accusato di aver violato la Costituzione americana accettando pagamenti da Stati stranieri mentre era ancora presidente.

La Corte Suprema ha respinto i ricorsi, spiegando che l’argomento “cade” visto che Donald Trump non è più presidente.

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