Trovato a Trieste il cadavere di un uomo appeso per il collo al guardrail: bendato e con i piedi legati

Tagli sul corpo e traumi alla testa. Il cadavere ritrovato lungo il raccordo autostradale in direzione Muggia. Sul posto del ritrovamento anche il pm.

Agenti sul luogo del ritrovamento, Trieste
Agenti sul luogo del ritrovamento, Trieste – Nanopress.it

 

Il cadavere di un uomo è stato trovato nella mattinata di oggi appeso al guardrail sul raccordo autostradale di Trieste. Il corpo era legato per il collo e pieno di ferite. Capelli bruciati, tagli probabilmente riconducibili a delle percosse, ed evidenti segni di tortura. Gli inquirenti studiano le varie ipotesi: possibile che l’omicida abbia voluto lasciare un messaggio. La comunità di Trieste è sotto choc intanto per la spaventosa scoperta. Si tratta del cadavere di un uomo di età compresa tra i 50 e i 60 anni non ancora identificato. Le operazioni di recupero del cadavere sono durate tutta la mattinata.

Trovato a Trieste il cadavere di uomo bendato e appeso per il collo al guardrail

Il macabro ritrovamento nella mattinata di oggi a Trieste sul raccordo autostradale. appeso a un guardrail della Grande Viabilità, poco dopo la galleria di Valmaura in direzione Muggia. Sul posto è arrivata la pm Maddalena Chergia, mentre gli agenti tramite una gru e altri operatori si sono occupati della messa in sicurezza del traffico, chiuso per gli interventi delle forze dell’ordine, e del recupero del cadavere.

La vittima aveva i piedi legati, gli occhi invece erano bendati con degli stracci. Sul posto oltre ai sanitari anche la scientifica, i carabinieri e la polizia di stato, insieme alla municipale e ai vigili del fuoco. Anche il medico legale è giusto sul luogo del ritrovamento, insieme alla pm.

La protezione civile invece in mezzo alla carreggiata ha posto un gazebo per dare modo al medico legale di ispezionare il cadavere. Il capo è stato recuperato come detto tramite un mezzo dei vigili del fuoco, poi è stato portato sulla carreggiata e consegnato al medico; tutte le operazioni sono state coordinate dalla pm Chergia.

Le operazioni di rimozione del cadavere sono andate avanti per diverse ore. Operazioni molto delicate e pericolose, tra cavi elettrici e vegetazione. Gli inquirenti valuteranno per prima cosa le telecamere di video sorveglianza lungo la strada, direzione Slovenia.

Sul corpo, nei pantaloni, sono stati trovati alcuni fogli con delle scritte sia in italiano che in lingua straniera, che come riporta Repubblica dovrebbe trattarsi di una lingua asiatica. Non si tratta però di documenti ufficiali. Il corpo era appeso in una zona di vegetazione poco visibile dalla strada per chi transitava a bordo della sua auto.

Trieste sotto choc: segni di bruciature e segni sul corpo

La comunità di Trieste è sotto choc, raccontano i cronisti giunti sul posto. Il tetro ritrovamento del corpo ha destato preoccupazione tra la popolazione e i residenti. I primi accertamenti effettuati sul posto hanno evidenziato alcuni segni sul corpo, traumi e bruciature alla testa sul capo. I capelli dell’uomo erano bruciati, i carabinieri al momento non hanno escluso l’ipotesi di una tortura.

La scoperta del corpo è avvenuta pre caso, quando alcuni operai stavano per iniziare dei lavori di manutenzione per conto dell’Anas. La zona, di semi periferia, si trova a circa 10 minuti di auto dal centro della città. L’età della vittima è stata stimata tra i 50 e i 60 anni al momento. Evidenti segni di tortura come bruciature a forma circolare, tagli forse effettuati da delle bastonate e percosse su tutto il corpo. Con un laccio l’uomo era stato lasciato appeso per il collo, vestito con una maglia nera una camicia e dei pantaloni. Il laccio era poi stato agganciato al guardrail, il nastro invece è stato usato per immobilizzare i piedi della vittima.

Secondo le prime analisi, pare il cadavere fosse rimasto appeso per qualche giorno prima del ritrovamento. Non è ancora stata rilevata l’etnia della vittima. Secondo Repubblica non si esclude che possa essere un cittadino straniero, ma al momento non ci sono prove emergenti dalle ispezione cadaverica che non si tratti di un cittadino italiano.

La scena del crimine ha fatto pensare agli inquirenti che l’omicidio e l’esposizione del corpo siano di fatto un messaggio diretto a qualcun altro, una sorta di avvertimento minaccioso hanno spiegato gli investigatori dopo i primi sopralluoghi. Il cadavere infatti è stato posto volutamente in quella posizione, per essere visto, considerando che chi ha effettuato l’omicidio avrebbe potuto disfarsi del cadavere gettandolo nella scarpata sottostante l’autostrada.

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