Theresa May nuova premier della Gran Bretagna: chi è la candidata alla successione di David Cameron

Conservative leadership bid

Arriva in anticipo la nomina di Theresa May come primo ministro della Gran Bretagna, è accaduto tutto molto velocemente, ieri la notizia della sua nomina alla leadership dei conservatori e oggi la conferma che entrerà a Downing Street già mercoledì. Oggi è infatti previsto l’ultimo consiglio dei ministri di David Cameron che dopo sei anni lascia la guida del Paese.
La Gran Bretagna torna ad avere un primo ministro donna dopo 26 anni da Margaret Tatcher e nel pieno del caos politico del post Brexit. Theresa May era rimasta l’unica candidata alla guida del paese dopo che la sfidante Andrea Leadsom ha ritirato la sua candidatura nella corsa per la leadership dei conservatori. L’attuale ministra degli Interni è così la nuova inquilina a Downig Street, andando a prendere il posto di David Cameron, dimissionario dopo la vittoria dei Leave al referendum.

LA BREXIT SPIEGATA IN BREVE

In un breve intervento davanti alla sua abitazione la Leadsom ha spiegato le ragioni del suo ritiro, a partire dai numeri insufficienti a sostenere la sfida con la May che godrebbe di almeno il 60% dei voti tra i parlamentari tories, contro appena il 25% a suo favore.

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Andrea Leadsom spiega le ragioni del ritiro davanti alla sua abitazione

Inoltre, le rassicurazione della May su tempi rapidi per l’avvio del procedimento di uscita dall’UE, nonostante abbia patteggiato per il Remain, l’ha convinta a lasciare una campagna elettorale che avrebbe invece rallentato le operazioni post referendum, lasciando il paese nell’incertezza.

Dietro alle parole ufficiali c’è però una polemica che ancora non accenna a placarsi. La Leadsom aveva infatti dichiarato che l’essere madre era condizione importante per capire i problemi del paese, riferendosi al fatto che la May non ha avuto figli. Non sono bastate le scuse ufficiali a smontare il caso, anche perché avversari interni ed esterni l’hanno attaccata sottolineando la pericolosità di certa leggerezza per chi avrebbe voluto guidare il paese.

Le due ministre avevano ottenuto i voti per proseguire la sfida per la guida del partito (199 preferenze per la May e 84 per la Leadsom): la May, che ha sostenuto David Cameron nella campagna per il Remain, anche se non è un’europeista convinta, era data per favorita, ma la Leadsom, profondamente euroscettica, era indicata come la svolta per i tories, incarnando la politica del Leave.

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Dopo le dimissioni di David Cameron e la rinuncia di Boris Johnson, da tempo additato come probabile successore, i tories si sono ritrovati a gestire il caos politico tutto interno, alla ricerca di una guida che possa rappresentare il nuovo volto dei conservatori inglesi. Dopo Margaret Thatcher, in carica dal 1979 al 1990, toccherà di nuovo a una donna gestire uno dei momenti più difficile della storia britannica.

THERESA MAY

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Nata a Eastbourne il 1° ottobre 1956, Theresa May, nata Brasier, è l’unica candidata alla successione di Cameron. Attuale ministra degli Interni, da sempre considerata vicina all’ormai ex premier, la May non ha partecipato attivamente alla campagna per il Remain, pur appoggiandolo, e ha preferito tenersi in disparte. Come recita la biografia sul suo sito, la sua carriera inizia su un doppio binario con la politica sempre al centro della sua vita, tanto da fare la prima campagna elettorale a 17 anni.

Dopo una laurea in Geografia ad Oxford, inizia a lavorare presso la Banca d’Inghilterra ma il suo destino è la politica. Figlia di un pastore anglicano, sposata con Philip May (uomo d’affari conosciuto al college), senza figli e con una passione smisurata per le scarpe e il cricket, la May viene eletta in Parlamento per la prima volta nel 1997. Dal 2002 al 2003 è stata la prima donna presidente del partito conservatore e nel 2010 viene scelta da Cameron come Segretario di Stato degli affari Interni (l’equivalente del nostro ministero degli Interni).

Nota per la sua battaglia contro la corruzione nella polizia britannica, non si può definire un’europeista convinta anche se non contraria all’Unione Europea. L’altro tema per cui è conosciuta in patria è la politica sull’immigrazione, molto intransigente: si è infatti espressa contro le quote di migranti siriani in arrivo dal continente, sostenendo che è meglio aiutare chi vive nelle zone di guerra rispetto a chi è “forte e ricco tanto da venire in Europa“.

Molti vedono in lei la nuova Tatcher, anche se lei ha ammesso di non aver modelli di riferimento. Chi la conosce la definisce “noiosa” ma anche molto “efficiente e preparata“. La stampa inglese ricorda che Nick Clegg, ex leader dei LibDem ed ex vice premier, l’aveva soprannominata “la Vergine di ghiaccio” per il suo carattere freddo e distante. L’Independent, giornale della sinistra inglese, ha sottolineato in un editoriale che “dopo lo shock della Brexit” la May “noiosa e competente” è quello che serve al paese. Aprendo il dibattito per la sua candidatura, lo disse in modo chiaro. “La mia presentazione è molto semplice: sono Theresa May e sono la persona migliore per diventare primo ministro“.

ANDREA LEADSOM

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Nata il 13 maggio 1963 a Aylesbury, Andrea Leadsom fino a qualche tempo fa era praticamente sconosciuta anche ai britannici, pur essendo ministra per l’Energia e il cambiamento climatico. A differenza della rivale, non è una politica di lungo corso. Pur nutrendo una grandissima passione per la politica fin dall’adolescenza, la Leadsom ha lavorato per 25 anni nella City, occupandosi di investimenti per la Barclays ed è riuscita a coronare il suo sogno vincendo le elezioni nel collegio del South Oxfordshire ed entrando a Westminster nel 2010.

Da lì la sua carriera è stata silenziosa ma di grande successo, passando da segretaria del Tesoro dall’aprile 2014 al maggio 2015 quando è stata scelta per ricoprire un incarico ministeriale. Il vero momento di svolta è però il referendum per la Brexit. La Leadsom è scesa in campo e ha sostenuto attivamente la campagna per il Leave. Ha preso parte a molti dibattiti tv ed è entrata in quello che la stampa inglese ha definito il “dream team” anti UE, insieme a Johnson e Farage, colpendo per la pacatezza, la tenuta mediatica e la prontezza con cui ha affrontato attacchi e domande.

Le differenze con la May sono molte. La Leadsom ha vissuto nella provincia inglese, in una classica villetta a schiera, insieme alla madre separata, ha studiato nelle scuole pubbliche e si è laureata all’università pubblica (è laureata in scienze politiche alla Warwick university). Sposata e madre di tre figli, appassionata di rugby, sognava di entrare in politica dall’età di 13 anni. Ha dovuto aspettare molto ma è riuscita nel suo intento anche grazie a quello che i media inglesi definiscono un “carattere alla Tatcher“, suo punto di riferimento. Ha fondato un ente di beneficenza per promuovere la “psicoterapia tra genitori e figli“, basato sulla convinzione che forti legami nei primi anni di vita dei bambini possono prevenire comportamenti anti-sociali e porre fine al “ciclo di miseria tramandata di generazione in generazione“.

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