Testamento Caprotti, Esselunga a moglie e figlia: ‘Mai alle Coop’

Bernardo Caprotti


Il testamento di Bernardo Caprotti, di cui riportiamo le parti salienti, mette in chiaro la più grande volontà dell’imprenditore: l’Esselunga non dovrà mai finire in mano alle Coop. L’altro auspicio è che cessino le liti in famiglia, ed è con questo spirito che ha diviso le quote del suo patrimonio. Divisione che in realtà è uno schiaffone in faccia ai figli di primo letto, Giuseppe e Violetta, a cui va “solo” la quota legittima, ovvero il 16,6% del patrimonio. Il colosso Esselunga invece va alla seconda moglie di Caprotti, Giuliana Albera, e alla figlia ultimogenita Marina Sylvia. Anche la storica e fedele segretaria del magnate ottiene una ricca gratificazione: la metà dei risparmi personali di Caprotti vanno infatti alla segretaria Germana Chiodi, l’altra metà del patrimonio invece sarà suddivisa fra i nipoti.

Esselunga, fondata a Milano nel 1957, conta oggi 22mila dipendenti per un fatturato di oltre 7,3 miliardi di euro. “Il futuro è tracciato: che io ci sia oppure no, cambia ben poco”, fu il testamento spirituale di Caprotti ai dipendenti, in occasione del compimento dei 90 anni, un anno fa. “Novant’anni sono un bel traguardo. Però anche un’evenienza problematica”, aveva scritto per ringraziare i lavoratori che gli avevano regalato una pagina di auguri sul Corriere della Sera e su The Wall Street Journal.

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Con la sua morte, è arrivato il tempo del testamento vero e proprio. Il documento con le ultime volontà dell’imprenditore morto a quasi 91 anni era nelle mani del notaio Carlo Marchetti che mercoledì ne ha dato comunicazione agli eredi.

L’attenzione era concentrata sul 25% del patrimonio, finito quindi a moglie e figlia della seconda famiglia. Alle due è stato inoltre assegnato il 70% dei supermercati. Parte del patrimonio era infatti già destinato alla legittima moglie e ai figli: il 25% alla vedova Giuliana Albera e il restante 50% ai figli Giuseppe e Violetta (del primo matrimonio) e Marina Sylvia (avuta con Giuliana Albera), con una quota pari al 16,7% circa per ciascuno. I risparmi di Caprotti sono stati inoltre divisi a metà tra la segretaria storica Germana Chiodi e i nipoti.

Ecco cosa ha scritto Caprotti nel testamento
Vi riportiamo le parti più importanti del testamento di Caprotti, riportate da La Repubblica. La volontà più grande, contenuta nel documento stilato il 9 ottobre 2014, è che il colosso della grande distribuzione non finisca mai alle Coop. Caprotti è stato chiaro: “Supermarkets Italiani può diventare una Coop. Questo non deve succedere”. Meglio “una collocazione internazionale. Ahold sarebbe ideale. Mercadona no” (il primo è un colosso olandese, il secondo il rivale spagnolo).

A proposito delle liti che hanno distrutto la famiglia: “Dopo tante incomprensioni e tante, troppe amarezze ho preso una decisione di fondo per il bene di tutti, in primis le decine di migliaia di persone i cui destini dipendono da noi. Famiglia non ci sarà. Ma almeno non ci saranno lotte. O saranno inutili, le aziende non saranno dilaniate”. La divisione dei beni, si auspica Caprotti, servirà a evitare “ulteriori contrasti e pretese”, permettendo agli eredi “di vivere in pace nei propri ambiti”. Caprotti confessa di aver dovuto modificare il primo testamento: “Il disegno di ripartizione e continuità familiare, business soprattutto, che con tanta fatica e sofferenza avevo costruito già oltre 16 anni fa è definitivamente naufragato la sera del 30 luglio 2010. Ora dopo anni di battaglie legali e di pubbliche maldicenze da parte di Violetta e Giuseppe, ho destinato e destino le partecipazioni nelle due aziende che ho creato e che mi appartengono, in modo tale da dare tranquillità e continuità alle imprese, salvaguardando però i diritti di tutti i miei aventi causa, secondo la legge”. A proposito della spaccatura con i figli di primo letto: “Non sono stato molto premiato per quanto ho fatto, o ho cercato di fare, a favore di Giuseppe e Violetta svantaggiati dalla legge italiana rispetto a Marina e alla madre”. Con la scelta di rispettare la legge di successione, dando loro per legge almeno il 16,6% del patrimonio, eviterà che possano intentare cause, in nome della pace auspicata.

Nel testamento poi vengono divise tutte le altre proprietà: azioni, soldi, case in Italia e all’estero, quadri, castelli, macchine di lusso, fucili da caccia. Menzione particolare merita la storica segretaria Germana Chiodi, “signora a cui voglio esprimere la mia immensa gratitudine per lo straordinario aiuto prestato”. A lei, oltre alla metà dei risparmi, vanno due quadri, la metà dei due conti titoli presso Credit Suisse e Deutsche Bank e del conto corrente.

Marchetti nuovo presidente: stop alla vendita
Il giorno in cui è stato aperto il testamento, il professor Piergaetano Marchetti è stato nominato nuovo presidente nel Consiglio di amministrazione di Supermarkets Italiani Spa. Deciso lo stop alla vendita. Si legge in una nota di Esselunga: “In considerazione della scomparsa del dottor Bernardo Caprotti”, è stato deliberato “di non dar corso, allo stato, ad operazioni relative alla controllata Esselunga”.

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