Savona, due marocchini arrestati per terrorismo

Bonifica e controlli antiterrorismo nell'area del Colosseo per la Via Crucis

Due marocchini sono stati arrestati dalla polizia di Stato e un terzo è stato denunciato nell’ambito di un’indagine volta ad accertare attività con finalità di terrorismo. I tre cittadini stranieri hanno tra i 27 e i 44 anni, sono tutti residenti nella provincia di Savona e sono in Italia da anni. Tutti hanno dei precedenti per spaccio di sostanze stupefacenti, lesioni personali e in materia di falso. L’operazione si inserisce nel più ampio contesto dell’intensificata attività antiterrorismo condotta dalla polizia postale e delle comunicazioni a partire dall’autoproclamazione dello Stato Islamico nel giugno 2014.

L’attività di indagine è partita a seguito della segnalazione di una giovane savonese al commissariato online della polizia postale e delle comunicazioni, relativa ad un messaggio Whatsapp pervenuto sul suo cellulare da un contatto non presente nella sua rubrica e proveniente da un numero del Marocco. Ciò che ha indotto la 25enne a rivolgersi alla polizia postale era l’immagine del profilo Whatsapp: la foto, cioè, di una giovane ragazza con un mitra in mano ed in posizione di tiro. La segnalazione è stata subito inviata agli investigatori della polizia postale e delle comunicazioni di Imperia che, anche con l’aiuto della ragazza, hanno ricostruito che circa tre mesi prima, transitando nei pressi di una struttura data in cessione a profughi provenienti dall’Africa, la 25enne aveva prestato il proprio cellulare ad uno dei marocchini lì residente, che a suo dire aveva la necessità di contattare dei conoscenti nel Paese d’origine.

Le successive indagini della Polpost ligure hanno quindi ricostruito una fitta rete di contatti dai quali emergeva il sospetto di possibile attivismo dei tre indagati nel campo del proselitismo all’autoproclamato Stato Islamico. L’attività di indagine, che si è avvalsa anche di intercettazioni telefoniche internazionali e telematiche, nonché del costante monitoraggio delle navigazioni in rete, ed in particolare sui social network, degli indagati ha evidenziato come i tre marocchini creassero profili Facebook utilizzando numeri di cellulari intestati ad altre persone.

La Procura Distrettuale Antiterrorismo di Genova ha emesso i provvedimenti di perquisizione eseguiti dal personale della sezione polizia postale. Presso i domicili dei tre marocchini sono stati rinvenuti e sequestrati telefoni cellulari che saranno ora sottoposti ad analisi tecniche più approfondite. I tre avevano diversi profili e siti in lingua araba utilizzati dagli indagati, adesso al vaglio degli investigatori.

Nel corso delle perquisizioni sono anche stati rinvenuti cocaina, bilancini e circa 5mila euro in contanti, nonché una decina di documenti di identità italiani, non rubati, sui quali sono in corso approfondimenti per verificare se siano legati ad una possibile attività di spaccio da parte degli arrestati o se invece il loro possesso sia finalizzato a ben altri impieghi.

Impostazioni privacy