Tangenti a Roma, intercettazioni: ‘Il padre di Alfano ha mandato 80 curriculum’

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Ieri nella Capitale. L’operazione ‘Labirinto’ ha smascherato una presunta rete di tangenti che coinvolgerebbe politici, imprenditori e funzionari accusati di dividersi gli appalti dei ministeri. Il principale tessitore della rete è il faccendiere Raffaele il fratello di Giuseppe Pizza il segretario nazionale della rinata Democrazia Cristiana. Secondo i magistrati sarebbe lui il protagonista di un sistema ben strutturato che operava illecitamente. Da un’intercettazione telefonica spunta anche il nome di Angelino Alfano, Raffaele Pizza avrebbe favorito l’assunzione del fratello del Ministro dell’Interno alle Poste Italiane, anche il padre del Ministro avrebbe segnalato 80 curriculum per assunzioni sempre alle Poste. Tra gli indagati anche Vittorio Crecco ex direttore dell’Inps che in base alle intercettazioni avrebbe ricoperto il ruolo grazie all’intervento di Silvio Berlusconi.

Sulla vicenda interviene anche lo stesso Ministro Alfano: “Siamo di fronte al ri-uso politico degli scarti di un’inchiesta giudiziaria.Ciò che i magistrati hanno studiato, ritenendolo non idoneo a coinvolgermi in alcun modo, viene usato per fini esclusivamente politici. Le intercettazioni non riguardano me, bensì terze e quarte persone che parlano di me. Persone, peraltro, che non vedo e non sento da anni. L’inchiesta racconta comportamenti e metodi che, se confermati, sono anni luce distanti dalla mia visione delle cose, del mondo e dell’essere cittadino della Repubblica”. “Io rimango fermo a quanto valutato da chi l’inchiesta l’ha studiata e portata avanti e ha ritenuto di non coinvolgermi. Il resto appartiene al lungo capitolo dell’uso mediatico delle intercettazioni. Ma questo è un discorso ben noto a tutti, che si trascina da anni, diventando ormai una vera e propria telenovela legislativa” e sul padre aggiunge: “Una barbarie, è malato”.

Intercettazioni

9 gennaio 2015. Raffaele Pizza al telefono con Davide Tedesco collaboratore del Viminale.

Pizza: “Angelino lo considero una persona perbene un amico… se gli posso dare una mano… mi ha chiamato il fratello per farmi gli auguri…tu devi sapere che lui come massimo poteva avere 170mila euro… no… io gli ho fatto avere 160mila. Tant’è che Sarmi stesso glie l’ha detto ad Angelino: io ho tolto 10mila euro d’accordo con Lino (il soprannome di Pizza), per poi evitare. Adesso va dicendo che la colpa è la mia, che l’ho fottuto perché non gli ho fatto dare i 170.000 euro… cioé gliel’ho pure spiegato… poi te li facciamo recuperare…sai come si dice ogni volta… stai attento… però il motivo che non arriviamo a 170 è per evitare che poi dice cazzo te danno fino all’ultima lira. Diecimila euro magari te li recuperi diversamente”.

Tedesco: “Ma di chi parlava?”

Pizza: “Hai la mia parola d’onore che questo (cioè il fatello del ministro) va dicendo in giro che io l’ho fottuto. Perciò io ho paura… dico… cazzo te faccio avere un lavoro… aoh… m’avve a fare u monumento… mo a minchia la colpa mia che quistu dice che (incomprensibile) 10mila euro in più… che è stata una scelta politica come tu sai”

Tedesco: “Oculata e condivisibile”

Pizza: “E condivisa… no ma.. io glie l’ho fatto dire da Sarmi al fratello davanti a me”.

Il papà di Alfano

Da un’intercettazione spunta fuori anche il nome del padre del ministro, una delle indagate afferma: “..la sera prima… mi ha chiamato suo padre…mi ha mandato ottanta curriculum…ottanta… dicendomi… non ti preoccupare… tu buttali dentro… la situazione la gestiamo noi…e il fratello comunque è un funzionario di Poste… anzi è un amministratore delegato di Poste…”.
In un’altra conversazione, tra la segretaria di Raffaele Pizza e un’altra donna. Le due parlano chiaramente di qualcosa che Alfano avrebbe dovuto fare in cambio delle assunzioni: “Noi gli abbiamo sistemato la famiglia… questo doveva fare una cosa….la sera prima…mi ha chiamato suo padre…mi ha mandato ottanta curriculum… ottanta…”.
Il Ministro Alfano si dice indignato e commenta quanto emerso dall’intercettazione dichiarando: “Oggi la barbarie illegale arriva a farmi scoprire, dalle intercettazioni tra due segretarie, che un uomo di ottant’anni, il cui fisico è da tempo fiaccato da una malattia neurodegenerativa che non lo rende pienamente autosufficiente, avrebbe fatto ‘pressioni’ presso le Poste per non so quale fantastiliardo di segnalazioni” e aggiunge: “Le due signorine che parlano anche insultandomi, non so chi siano, ma quell’uomo lo conosco bene perché è mio padre ed è indegno dare credito e conto a ciò che i magistrati avevano scartato dopo avere studiato”.

La nomina di Vittorio Crecco

Secondo gli inquirenti Vittorio Crecco ex direttore dell’Inps avrebbe preso tangenti di decine di migliaia di euro, nelle intercettazioni Raffaele Pizza fa anche il suo nome.

Pizza: “Io sono un grande amico del Senatore Bonferroni e lui mi ruppe i c… e dice, dobbiamo andare ad Arcore, ti devo presentare il Cavaliere perché il Cavaliere deve fare una grande cosa, aprire i call center… io gli dissi, ok ci vengo e ci portai Agostino Ragosa… che poi è diventato direttore generale dell’Agenda digitale e prima era responsabile grazie a me della parte informatica delle Poste… e Vittorio Crecco… che era responsabile dell’informatica dell’Inps ok? Vi sto raccontando la storia… sei mesi prima andiamo ad Arcore, Vittorio Crecco che è un genio assoluto, è inversamente proporzionale alla sua altezza, dice al Cavaliere di dare un milione ai pensionati e gli fece tutta l’operazione 7-8 mesi prima ancora che le elezioni ci furono qui… questo è impazzito. E quindi nasce questa operazione del milione di lire alle pensioni. Ad un certo punto ci fu un ‘Porta a Porta’ famoso, quello in cui ci fu il famoso contratto con gli italiani. Questo (Berlusconi, ndr) mi rompeva i coglioni attraverso Valentini (riferimento a Valentino Valentini, braccio destro dell’ex premier per i rapporti con l’estero), e io prima che finisse di registrare la cosa di Porta a Porta gli porto un dossier che mi ricordo a quadri. Lo diedi a Valentino (dicendogli) di darlo al Presidente. Quando lui cominciò a parlare del milione di lire, tutto questo e il resto, quello gli dice “quanto costrerebbe?”, e questo “zaaac”. E Vittorio in cambio diventò Direttore Generale dell’Inps. Poi lui è bravissimo, lo fece rinominare da Franco Marini quand’era Presidente del Senato. Tant’è che lo chiamavano “mitico”, perché è la prima volta che me capita uno che viene nominato dalla destra e dalla sinistra. È un genio assoluto”.

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