Take me out: niente lacrime né esperimenti sociologici per un dating dove vince la semplicità

gabriele corsi

E’ molto semplice il meccanismo di Take me out, dating show rivelazione di Real Time che, forte degli ascolti generati nella fascia dell’access prime time quotidiano, si è meritato un notevole upgrade con una versione di prima serata andata in onda la scorsa primavera. Ebbene, a Take me out c’è un ragazzo, naturalmente single, pronto a farsi conoscere da 30 ragazze presenti in studio, attraverso 3 round: il suo ingresso in scena, una clip di presentazione in cui racconta se stesso, aiutato anche da commenti di parenti e amici, e, infine, un’esibizione.

In ciascun round ogni ragazza può decidere se passare allo step successivo per conoscerlo meglio – mantenendo accesa la luce del bancone dietro a cui è posizionata – o se non proseguire con il gioco. Dopo il terzo round la palla passa al ragazzo single che deve scegliere chi portare con sé tra le ragazze che si sono dette interessate a proseguire la conoscenza. I due lasciano insieme lo studio e si passa al pretendente successivo. Punto.

Il tutto in un clima di leggerezza e allegria. A fare gli onori di casa c’è un ironico e spigliato Gabriele Corsi, perfettamente in linea con il mood del programma.

Quello che colpisce di Take me out è la sua semplicità che gli conferisce un sapore quasi un po’ retrò, riportando la mente al tempo de Il gioco delle coppie, quando il dating era vissuto come gioco, appunto, piuttosto leggero e spensierato.

Colpisce perché si distanzia da quello che oggi è divenuto il dating per antonomasia della televisione generalista, Uomini e Donne, dove lacrime, urla ed emozioni forti sono all’ordine del giorno. Ma si distanzia anche da quella che è divenuta sostanzialmente la nuova frontiera di questo genere televisivo – in cui il primo appuntamento si fa senza veli – rappresentata da programmi come Undressed o L’isola di Adamo ed Eva, dove ci si appella all’esperimento sociale.

A Take me out i toni non vanno sopra le righe, non si vivono drammi esistenziali, si trascorrono semplicemente alcuni minuti all’insegna dell’intrattenimento leggero. Forse è questo il segreto del suo successo. Forse è questo che, spesso, manca nella tv di oggi.

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