SuperBowl 50: dominano i Broncos 24-10 e Manning pensa al ritiro

Manning vince il Super Bowl con i Broncos

Un Super Bowl all’insegna dell’errore e della paura di osare e rischiare. Potremmo definire cosi la finale di NFL, arrivata quest’anno alla sua cinquantesima edizione ma la storia si ricorderà della vittoria dei Denver Broncos e del suo, quasi quarantenne, quaterback Peyton Manning. La squadra di Denver ha dominato i Panthers con un grande difesa e ha conquistato la vittoria per 24 a 10.

Peyton Manning, uno dei quaterback più forti della storia del gioco, ha conquistato il suo secondo Superbowl su quattro disputati, eguagliando quindi suo fratello Eli (New York Giants). A fare la differenza, però, non sono stati i quaterback ma bensì le difese. La caparbietà della squadra di Denver, gestita perfettamente dal coach Gary Kubiak, è stata soprattutto nell’annullare Cam Newton, MVP della regular season. Infatti, il quaterback dei Carolina non è riuscito a giocare sereno, poca qualità nelle sua manovre e nella sua gestione del gioco, tanti errori e, complice i blocchi sbagliati dei suoi compagni, è stato più volte fermato. E’ proprio da uno di questi blocchi che nasce il primo touchdown di Jackson.

Se i due quaterback hanno deluso, da Cam Newton ci si aspettava molto di più considerando le prestazioni in regular season, ci hanno pensato le difese a farsi sentire. Il Super Bowl è stato poco spettacolare, molto ragionato e tattico, più del solito. La serata sbagliata per uno come Newton. Alla fine gli Stati Uniti, e non solo, possono consolarsi con la storia di Manning che, a quasi 40 anni, vince un altro Super Bowl. Il numero 18 dei Broncos ha fine partita dichiara: “Mi prendo del tempo per riflettere -riferendosi all’eventuale ritiro- stasera berrò molta Budweiser [birra originaria del Missouri]”.

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Protagonista indiscusso del match è stato Von Miller. Il linebacker dei Denver Broncos è stato eletto, a fine partita, MVP (il miglior giocatore) del Super Bowl. Tra le giocate più importanti ci sono stati due blocchi fantastici a Cam Newton, uno di questi a portato al primo touchdown dei Broncos firmato da Jackson.

Anche il coach di casa Broncos conquista un grande traguardo, o forse meglio dire record, conquistando, per la prima volta nella storia, due Super Bowl in due ruoli diversi, prima giocatore e poi allenatore, con la stessa squadra, i Broncos.

Al Levi’s Stadium di Santa Clara, in California, c’erano più di 70 mila paganti tra cui sportivi come Steph Curry e David Beckham oppure grandi attori come Catherine Zeta-Jones e Michael Douglas. Tutti presenti per la grande vittoria dei Broncos che, secondo le quotazioni e guardando la regular season, partivano sfavoriti contro i Panthers di Newton (quaterback) e Ron Rivera (miglior coach della stagione regolare).

L’INNO

Come di consueto prima della partita più importante d’America, e più seguita nel mondo, viene cantato l’inno americano da una grande star del panorama musicale. Questa volta la difficile sfida, davanti ad un pubblico assetato di spettacolo, è toccata a Lady Gaga. La cantante, solitamente pazzerella, si è presentata con un abito rosso fuoco molto bello ed elegante. La prestazione è stata da brividi, ed è lei stessa ad ammettere che aspettava questo momento sin quando era piccola e che, per farlo, si ispirava alla grande Whitney Houston.

HALFTIME

Se Lady Gaga da spettacolo prima del match, i Coldplay, Bruno Mars e Beyoncé lo fanno nell’halftime, ossia l’intervallo tra i due tempi della partita. In pochissimo tempo il campo che ospita la finale di NFL viene trasformato in un palcoscenico ed il pubblico è subito in visibilio. Iniziano a cantare i Coldplay, una delle band più amate degli ultimi anni, e i 70 mila del Levi Stadium sa che non è finita qui perché poco dopo entrano Bruno Mars e Beyoncé, regina della serata. Verso la fine dell’intervallo Chris Martin, voce e leader dei Coldplay, Bruno Mars e Beyoncé cantano insieme per chiudere in bellezza un halftime con i fiocchi. Uno spettacolo eccezionale che ha visto, per poco, cadere sui tacchi la cantante texana dall’entusiasmo.

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