Suicidio assistito, Marco Cappato si autodenuncia dopo la morte di Massimiliano

Suicidio assistito: anche Marco Cappato si autodenuncia dopo la morte di Massimiliano, il 44enne toscano da anni affetto da sclerosi multipla e morto in una clinica svizzera per sua scelta.

Marco Cappato
Marco Cappato – Nanopress.it

L’uomo, non più autonomo, si era rivolto all’Associazione Luca Coscioni di cui Marco Cappato è tesoriere per accedere al fine vita all’estero.

Massimiliano morto con suicidio assistito in Svizzera

Questa mattina Marco Cappato si sarebbe recato presso la Stazione dei carabinieri di Santa Maria Novella, a Firenze, per autodenunciarsi dopo la morte di Massimiliano, toscano affetto da sclerosi multipla e deceduto in una clinica svizzera con suicidio assistito.

Massimiliano, 44 anni, da sei lottava contro la sclerosi multipla e lo scorso 5 dicembre aveva lanciato un appello per poter morire a casa sua, in Italia.

Il suicidio assistito è avvenuto in Svizzera, come reso noto dall’Associazione Luca Coscioni che ha seguito il suo caso fin dalla sua richiesta di assistenza per il fine vita.

Marco Cappato si autodenuncia a Firenze

Dopo l’appello di Massimiliano, le sue sofferenze si sarebbero interrotte proprio nella clinica elvetica in cui ha avuto accesso al suicidio assistito.

Cappato
Marco Cappato – Nanopress.it

Malato di sclerosi multipla da tempo, è morto poche ore fa dopo aver portato il suo caso drammatico davanti alle telecamere con un accorato appello affinché potesse porre fine alla sua esistenza in Italia.

Massimiliano si era rivolto all’Associazione Luca Coscioni che ne ha seguito la vicenda sino all’ultimo.

L’uomo, riporta Ansa che cita la nota sulla sua storia, sarebbe stato accompagnato in Svizzera “tramite un’azione di disobbedienza civile” da Felicetta Maltese, 71 anni, membro della stessa associazione per eutanasia legale e fine vita, e da Chiara Lalli, giornalista e bioeticista.

Entrambe sarebbero andate ad autodenunciarsi ai carabinieri di Firenze come ha fatto lo stesso tesoriere dell’Associazione, Marco Cappato.

Quest’ultimo non ha accompagnato Massimiliano, ma l’autodenuncia sarebbe per via della sua veste di legale rappresentante dell’Associazione Soccorso civile che avrebbe pianificato e finanziato lo spostamento del 44enne oltralpe.

Sono quasi completamente paralizzato e faccio fatica anche a parlare

Aveva detto questo di sé Massimiliano, nel suo video appello per l’accesso al suicidio assistito in Italia prima di partire alla volta della Svizzera e porre fine alle sue sofferenze.

Non volevo altro che morire in maniera indolore, finalmente ho raggiunto il mio sogno. Peccato non in Italia, con i parenti vicino, devo andare all’estero

Il 44enne non aveva trattamenti di sostegno vitale e per questo non aveva possibilità di accedervi in Italia poiché assente uno dei requisiti previsti nella sentenza 242/2019 della Corte costituzionale sul caso Cappato\Dj Fabo.

Secondo la legge italiana, Marco Cappato rischia fino a 12 anni di carcere. Questa mattina, il tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, da anni impegnato in una durissima battaglia per la libertà di scelta, è entrato nella caserma dei carabinieri a Firenze per autodenunciarsi per il reato di aiuto al suicidio. 

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