Strage di Capodanno a Istanbul: arrestato il terrorista Abdulkadir Masharipov

È stato catturato l’autore della strage del nightclub di Istanbul nella notte di Capodanno, in cui erano morte 49 persone. Secondo quanto riportano i media turchi l’uomo è stato fermato nel quartiere Esenyurt di Istanbul. L’aggressore, Abdulkadir Masharipov, di origine uzbeka, è stato arrestato mentre si trovava in casa col figlio di 4 anni. La polizia ha proceduto all’interrogatorio: il killer avrebbe confessato. Con lui sono state arrestate altre 4 persone, un uomo di origine kirghiza e tre donne originarie di Egitto, Senegal e Somalia. L’attacco era stato rivendicato dallo Stato islamico: da quanto emerge Masharipov sarebbe un miliziano dell’Isis.

Tutti i fermati sono stati trovati nella stessa abitazione dell’attentatore nel quartiere di Esenyurt, alla periferia di Istanbul, appartenente a un amico del killer originario del Kirghizistan: il killer si sarebbe nascosto in casa e non avrebbe mai lasciato la città dal giorno della strage. Tra i fermati, oltre a Masharipov, tre donne e l’amico.

Al momento dell’arresto, Masharipov era insieme al figlio di 4 anni. Sul sito del quotidiano turco Hurriyet è stata pubblicata la foto del killer con alcuni segni ed ecchimosi sul volto e una ferita sul sopracciglio destro. Sulla maglietta alcune tracce di sangue. È stato accertato che l’uomo è di origine uzbeka dopo che la scorsa settimana alcuni media avevano parlato di un’appartenenza di Masharipov all’etnia uiguri, comunità musulmana e turcofona cinese.

La confessione del killer

Secondo il governatore di Istanbul, Vasip Sahin, l’uomo ha confessato di essere il responsabile della strage alla discoteca Reina. L’azione era già stata rivendicata dallo Stato islamico come vendetta per il coinvolgimento militare della Turchia in Siria.

Masharipov, 34 anni, nome di battaglia di Abu Mohammed Khurasani, è stato descritto dal governatore come “addestrato in Afghanistan“, una persona “colta che parla quattro lingue“, entrato in Turchia illegalmente dal confine orientale. Gli elementi raccolti finora, avvalorano il movente di una strage compiuta per conto dell’Isis. Nell’operazione sono stati sequestrati anche carte telefoniche, due pistole, un drone e 197mila dollari statunitensi.

Le dichiarazione del vicepremier

Il vice premier turco Numan Kurtulmus in un’intervista all’emittente A Haber ha rilasciato alcune dichiarazioni in merito all’attentato di Capodanno: “Sembra che l’attacco al Reina non sia solo l’azione di un’organizzazione terroristica, ma che sia coinvolta anche un’organizzazione di intelligence”.

Kurtulmus non ha specificato su quali servizi di intelligence ricadano i sospetti del governo turco, ovvero se si stesse riferendo ad agenti interni deviati o ad agenti di un’altra nazione.

Al momento non è possibile capire se le dichiarazioni di Kurtulmus siano frutto di indagini accurate o se si tratti di una scusa per proseguire le purghe che il governo di Erdogan ha messo in atto contro ampi settori dell’amministrazione turca, e questa volta, nello specifico, per colpire un settore strategico come quello rappresentato dai servizi segreti.


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