Strage di api in Calabria per salvare il miele: è polemica

E’ una strage di api quella che si è verificata in Calabria, con lo scopo di salvare il miele. Per questo le polemiche non si fermano. Già sono stati bruciati 3.600 alveari, per un totale di 250 milioni di insetti morti. Il tutto è stato messo in atto per ordine del Ministero della Salute, che tenta di arginare la diffusione di un parassita arrivato per la prima volta in Europa. Esso è l’aethina tumida, un coleottero che vive nelle arnie e danneggia il miele. La situazione per l’apicoltura è molto grave, perché, come fanno notare gli stessi produttori, i clienti hanno paura di un possibile contagio.

L’aethina tumida si è diffusa ovunque in Calabria, perché si è spostata per moltissimi chilometri. E’ arrivata anche in Sicilia e adesso la preoccupazione si è estesa a tutto il nostro Paese. Gli esperti ritengono che l’azione del Ministero sia da condannare, perché le autorità si starebbero comportando in maniera indiscriminata, distruggendo gli alveari. Alcuni hanno fatto notare che il Ministero sta mettendo a segno un atteggiamento che ha adottato anche nel caso della mucca pazza: allora si abbattevano i capi di bestiame, adesso si mandano in fiamme gli alveari e le api. Gli esperti hanno messo in evidenza che questa tecnica non ha prodotto molti risultati, perché le larve sono ricomparse.

In altre parti del mondo, soprattutto in Florida e in Canada, qualche anno fa ci si è trovati di fronte allo stesso problema, ma in questi territori sono state utilizzate delle strategie alternative: sono state messe a punto delle trappole e il metodo avrebbe prodotto risultati più adeguati. In Italia si sta cercando di salvaguardare il miele, non pensando alle api e proponendo, per evitare il rischio di nuove infestazioni, una morte efferata per un numero davvero esorbitante di insetti. Gli studiosi che stanno esaminando la situazione ritengono che siamo di fronte ad una diffusione molto ampia e stabile dell’insetto per la prima volta in Europa, per cui spiegano che sono altri i rimedi da mettere a punto. I roghi intanto avanzano e non sono soltanto i produttori ad essere sul piede di guerra, perché anche chi ha a cuore gli equilibri della natura prova indignazione di fronte alla strategia delle fiamme. Tutti si augurano che questa strage delle api finisca presto e che le autorità si rendano conto che sarebbe meglio adottare degli altri metodi.

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