Il settore dello spettacolo protesta contro il nuovo Dpcm

Il settore dello spettacolo, a seguito del nuovo Dpcm, entrato in vigore oggi, lunedì 26 ottobre, è rimasto nuovamente e duramente colpito. Dagli attori, ai registi, dai cantanti, alle maestranze, tutto il mondo dello spettacolo si è unito per protestare contro la chiusura di cinema, teatri e sale da spettacolo.

Nelle ultime ore, infatti, sono stati diversi gli appelli e le manifestazioni dei lavoratori del settore.

La manifestazione al teatro Strehler di Milano

Ieri pomeriggio, domenica 25 ottobre, si è tenuta una manifestazione, portata avanti dall’attore Paolo Rossi, davanti al teatro Strehler di Milano. Tutti i partecipanti si sono uniti in un’unica richiesta rivolta al Governo e in particolare al ministro della Cultura, Dario Franceschini: riaprire subito i luoghi della cultura.

Sui cartelli portati davanti al teatro, tra i simboli dello spettacolo del capoluogo lombardo, la scritta “articolo 33”, un chiaro riferimento alla Costituzione italiana, nel quale si dice: “L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento. Le istituzioni di alta cultura, università e accademie, hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato”.

Di fatto ancora una volta sono dimenticati i lavoratori del mondo dello spettacolo”, ha detto Paolo Rossi durante la manifestazione. “Artisti, ma anche tecnici e personale che si occupa di tutto ciò che occorre per organizzare, allestire e far riuscire spettacoli e performance artistiche e culturali”.

L’appello di Cultura Italiae per il settore dello spettacolo

Gli appelli sono arrivati anche dal web. Cultura Italie, piattaforma che riunisce uomini e donne non solo del mondo della cultura, ma anche dello sport e delle arti, ha lanciato la raccolta firme “Vissi d’arte”. Nell’appello, che attualmente ha raccolto più di 70mila firme, è stata posta l’attenzione su diversi punti che riguardano il mondo dello spettacolo e tutti i suoi lavoratori.

Le reazioni di attori e registi

Non togliete ai cittadini la possibilità di sognare”, si legge invece nella lettera rivolta al premier Giuseppe Conte e al ministro Franceschini che vede tra i firmatari la regista Andreé Ruth Shammah e gli attori Claudia Gerini, Lino Guanciale, Cristina Comencini, Lele Costa ed Enrico Loverso.

Anche Gabriele Muccino, tra i più noti e amati registi italiani, ha scritto su Twitter: “Chiudere i cinema e i teatri dice solo una cosa: che nessuno tra coloro che hanno voluto questa misura si è preso la briga di andare al cinema negli ultimi due mesi. Avrebbe trovato al massimo 10 persone in sala per ogni spettacolo. Non ce n’era davvero motivo”.

Le reazioni del mondo della musica

Durissime anche le reazioni degli artisti del mondo della musica in merito alle nuove chiusure. Sui social, da Instagram, a Twitter, diversi cantanti hanno espresso le proprie preoccupazioni e punti di vista.

Penso a quelle persone che hanno lavorato in questi mesi per organizzarsi a far si che spettacoli pubblici fossero degli ambienti sicuri, nonostante nessun politico abbia mai veramente fatto capire l’importanza dell’arte e delle persone che ci lavorano”, ha scritto sul proprio profilo Instagram Francesco Motta.

Penso che abbiamo perso per l’ennesima volta, perché la nostra guerra pacifica civile ed educata per l’ennesima volta non è servita a un c…o. A prescindere dal mio lavoro e dalla fortuna che ho, ci sono tantissime persone che hanno affrontato una depressione senza nessun tipo di aiuto, cercando di reagire con una professionalità sconvolgente, mentre tanti altri s…..i facevano finta che a marzo non fosse successo nulla”.

E ha concluso: “Non è fondamentale quello che facciamo, è assolutamente necessario e siccome siamo abituati da sempre a non esssere considerati, spero davvero che anche questa volta non ci fermeranno, anche se alla fine sappiamo “artisticamente” incazzarci tanto pure noi”.

Anche Lodo Guenzi, frontman de Lo Stato Sociale, si è espresso in merito alle decisioni prese con il nuovo Dpcm: “Io non sarei capace di governare neanche un condominio, ma una cosa mi pare chiara. O se ne esce insieme o ci si scanna. Un modello in cui chi lavora dopo le 18 è massacrato e chi stacca alle 18 è salvo, in cui i bar non vanno bene e i mezzi pieni sì, in cui la media impresa è in fallimento e le multinazionali lavorano come prima, in cui va bene il Grande Fratello ma chiudono teatri e club, in cui criminalizzi gli assembramenti dei ventenni col gin tonic e non gestisci quello dei sessantenni con il biglietto della metro in tasca, in cui non sostieni economicamente quelli che fai chiudere togliendo soldi a chi ne ha di più, in cui spacchi la società in buoni e cattivi oltre ogni possibile motivo logico, è un sistema che fa sbroccare la gente”.

E ha poi concluso “E su quella rabbia, da molti anni, sanno costruire consenso le destre e le mafie. O si socializzano i disagi e le risorse, oppure non so davvero cosa temere”.

Il Ministro Franceschini incontrerà una delegazione di Bauli in Piazza

Bauli in Piazza, organizzazione che nelle scorse settimane ha pacificamente manifestato per i lavoratori del mondo dello spettacolo in Piazza Duomo a Milano, ha comunicato sui social di aver accolto l’invito del ministro Franceschini ad un incontro che avverrà nei prossimi giorni. Una delegazione presenterà al ministro idee e proposte per sostenere e far ripartire il mondo dello spettacolo.

Un solo contagiato in oltre 2mila spettacolo secondo lo studio dell’AGIS

Lo scorso 11 ottobre è stata pubblicata l’indagine realizzata dall’AGIS – Associazione Generale Italiana dello Spettacolo, che ha rivelato che su 347.262 spettatori in 2.782 spettacoli monitorati, con una media di 130 presenze per ciascun evento, nel periodo che va dal 15 giugno ad inizio ottobre, è stato registrato un solo caso di contagio da Covid-19.

Lo studio ha così evidenziato la sicurezza dei luoghi dello spettacolo che in tutto questo periodo ha rispettato le norme igienico sanitarie riuscendo a garantire la massima sicurezza ai propri lavoratori e al proprio pubblico.

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