Spaghetti dalla Turchia, sequestro da un milione di chili

Spaghetti dalla Turchia sequestrati

Nel porto di Genova staziona da alcuni mesi circa un milione di chili di spaghetti ‘Made in Turkey’: il nocciolo della questione, questo volta, non ha niente a che vedere con la sicurezza del consumatore, in termini di possibili danni sulla salute, ciò che viene messo in discussione è la violazione delle normative a tutela del Made in Italy.

Le Fiamme Gialle del comando provinciale hanno sequestrato l’intera partita di pasta proveniente dalla Turchia, in attesa di risolvere la questione dal punto commerciale e burocratico: gli spaghetti sotto accusa sono tranquillamente consumabili, tuttavia risultano di una qualità inferiore rispetto a quella dichiarata e soprattutto sono prodotti in Turchia, anziché in Italia come si intuisce dall’etichetta. In altre parole potrebbero essere commercializzati ma con un prezzo inferiore.

Nel frattempo, l’avvocato Alberto Caselli Lapeschi, che rappresenta il pastificio Pasta Garofalo di Gragnano, ha già provveduto a presentare ricorso in Cassazione, affinché la merce venga dissequestrata, considerato che il prodotto importato è assolutamente regolare.

Dall’ufficio stampa del pastificio, arriva però una sorta di parziale smentita. In una nota, ha fatto sapere che gli spaghetti sotto sequestro, in realtà, non erano destinati al mercato italiano:

‘La pasta di cui si parla non è la linea Pasta Garofalo (che viene prodotta a Gragnano) bensì un altro brand del pastificio, che si chiama Santa Lucia ed è un brand nato quasi quarant’anni fa per il mercato africano, a cui è tutt’ora interamente destinato. Inoltre tale prodotto non è stato importano in Italia ma è stato sequestrato allo stato estero, in quanto solo transitato per il trasbordo da un vettore all’altro, poiché diretto in Africa’.

La situazione è palesemente complicata e molti aspetti sono ancora da chiarire. Al momento, la pasta turca, sequestrata nel corso di un controllo pianificato sui container, rimane ferma in attesa di nuove direttive.

Impostazioni privacy