Se quello che è accaduto ieri a Capitol Hill non fosse già sufficientemente incredibile, quello che hanno deciso di fare oggi i social network è davvero senza precedenti. Dopo l’irruzione dei manifestanti pro Trump al Campidoglio, da Facebook hanno comunicato la chiusura dell’account del Presidente uscente Donald Trump “a tempo indeterminato”.
Facebook, però, non è rimasto solo a lungo: anche le piattaforme Twitter e Instagram hanno disposto lo shut down degli account di the Donald dopo che questi avrebbe pubblicato, ripetutamente, una serie di falsità in merito all’integrità dei risultati ottenuti alle ultime elezioni presidenziali.
Lo stesso Mark Zuckerberg ha spiegato che la mossa senza precedenti si è resa necessaria, specie dopo l’assalto dei sostenitori del tycoon al Congresso Usa, e che gli account di Trump saranno bloccati “indefinitamente e per almeno le prossime due settimane fino a quando una pacifica transizione di potere non sarà completata”.
Non solo Facebook ha rotto gli schemi eliminandolo “indefinitamente”, ma anche Twitter ha preso misure drastiche, cancellando, per la prima volta, i cinguettii di Donald Trump. Il Presidente, infatti, aveva postato un video in cui i manifestanti, durante l’assalto al Campidoglio, gridavano ai brogli elettorali. La società ha sospeso l’account solo per 12 ore in questo caso, ma ha avvertito che, nel caso in cui si dovessero riproporre violazioni alle policy (incluse le minacce violente come quelle viste scorrere durante le ore dell’attacco a Washington), la sospensione dell’account diventerà permanente.
Anche la più famosa piattaforma di condivisione di video, YouTube, ha deciso di unirsi alla schiera di social network che hanno preso posizione contro i fatti delle ultime settimane. I video in cui il presidente Donald Trump invitava i manifestanti a tornare a casa, ma al contempo continuava a denunciare brogli e “magheggi” elettorali sono stati rimossi. “Lo abbiamo rimosso perché riteniamo che contribuisca al rischio di violenze“, hanno spiegato dagli uffici di Facebook, mentre YouTube ha fatto diretto riferimento al contenuto del video, che “viola le politiche sulla diffusione dei brogli elettorali“.
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