Sifilide: sintomi, cura e come avviene il contagio

Sifilide

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La Sifilide è una delle malattie a trasmissione sessuale più conosciuta e diffusa nel mondo. L’allarme per questa patologia insieme alla gonorrea, alla clamidia e alla tricomoniasi, si è riacceso di recente nel nostro Paese: a parlarne sono stati gli esperti dell’Associazione dermatologi ospedalieri (Adoi). In particolare la Sifilide ha registrato un aumento del 400% di casi dal 2000. Vale quindi la pena scoprire quali sono i sintomi della Sifilide, come avviene il contagio e quale sia la cura, per poter affrontare nel migliore dei modi questa nuova emergenza sanitaria.

Cos’è la sifilide?

La sifilide è una delle quattro malattie a trasmissione sessuale più diffuse. E’ causata da un batterio chiamato Treponema pallidum. È una malattia piuttosto complicata, che colpisce uomini e donne, e che si manifesta con sintomi differenti, in base alla fase dell’infezione. Se non curata la sifilide può portare a conseguenze molto serie.

Sifilide: come si trasmette?

La sifilide si trasmette tramite contatto sessuale, sia esso vaginale, anale o orale, con una persona infetta. In particolare il batterio della sifilide si contrae attraverso il contatto diretto con le lesioni cutanee provocate dalla patologia, presenti prevalentemente nella zona genitale sia degli uomini sia delle donne. Esiste anche un altro modo in cui si la sifilide si trasmette, ma meno comune: attraverso uno stretto contatto diretto con una lesione attiva, come un bacio, oppure tra madre infetta e feto nel momento del parto. In quest’ultimo caso si parla di sifilide congenita. E’ invece importante sottolineare che la sifilide non può essere trasmessa con la sola condivisione dei sanitari, di indumenti o di posate, né da maniglie, piscine o saune. Solitamente le persone affette da sifilide non sanno di essere malate, poiché le lesioni non provocano alcun dolore.

Sifilide come si manifesta?

Per capire come si presenta la sifilide, bisogna conoscere i sintomi della patologia. La sifilide, causata dal battere Treponema pallidum, sovente nelle fasi iniziali della malattia non provoca alcun disturbo, tuttavia se l’i nfezione non viene curata, può progredire infettando tutto l’organismo e portando anche a gravi conseguenze. I sintomi della sifilide cambiano in base allo stadio in cui si trova la malattia: solitamente se ne riconoscono tre. Vediamo nel dettaglio cosa provoca la sifilide nei vari stadi della sua evoluzione.

Sifilide primaria: i sintomi del primo stadio dell’infezione compaiono solitamente da 2 a 12 settimane dopo un rapporto sessuale con una persona infetta. Si forma una piaga rossa, di forma rotondeggiante, indolore chiamata sifiloma, che compare sui genitali nell’area che è stata colpita dall’infezione. In casi rari possono presentarsi più ulcerazioni, ma solitamente il sifiloma è unico. Sovente rimane inosservato a lungo dal soggetto colpito, proprio perché non provoca alcun tipo di dolore. La durata del sifiloma è di circa 3-6 settimane, successivamente può regredire spontaneamente senza cure, ma c’è il rischio che progredisca nella seconda fase della malattia.

Sifilide secondaria: inizia solitamente diverse settimane o mesi dopo la formazione del sifiloma. I batteri, nel secondo stadio, si introducono nel sangue e da lì si diffondono in tutto il corpo, causando numerosi sintomi: esantema fugace (piccole ombre rosse), febbre, mal di testa, inappetenza, perdita di peso, mal di gola, dolore ai muscoli, dolore alle articolazioni, spossatezza generale, ingrandimento dei linfonodi, alopecia. L’esantema tipico del secondo stadio della sifilide, ovvero macchie rosse tondeggianti, si manifesta solitamente sulle piante dei piedi sulle braccia e sulle gambe. Talvolta può essere così leggero da risultare impercettibile. Mentre macchie grigie, chiamate sifilodermi, potrebbero comparire nelle aree umide intorno alla bocca, all’ano e alla vagina. Si tratta di eruzioni cutanee ricolme di batteri e pertanto molto infettive. La sifilide al secondo stadio può colpire anche il fegato, i reni e gli occhi. I sintomi della sifilide secondaria scompaiono in poche settimane senza cure, ma il rischio è che la malattia progredisca verso il terzo stadio.

Sifilide terziaria: i sintomi della sifilide al terzo stadio possono comparire persino 10-30 anni dopo e possono portare anche alla morte. L’infezione a questo livello può aggredire gravemente diversi organi: cervello, nervi, occhi, cuore, vasi sanguigni, fegato, ossa e articolazioni.

Come si cura la sifilide?

La sifilide si cura principalmente con diverse categorie di antibiotici, in particolare la Penicillina è il farmaco d’elezione. Il piano terapeutico varia in base allo stadio della malattia. Per la sifilide primaria e secondaria si impiegano la Penicillina G o Benzilpenicillina. La Procaina si utilizza principalmente per la sifilide congenita, primaria, latente e secondaria. Si utilizzano inoltre: Doxiciclina, Eritromicina, Ceftriaxone e Tetraciclina.
È assolutamente importante che il vostro partner faccia la terapia antibiotica, per evitare l’effetto ping pong, è doveroso inoltre evitare rapporti sessuali, mentre si è sotto cura. Al termine del trattamento tutti i pazienti devono sottoporsi a periodici controlli per almeno un anno.

Come fare il test per la sifilide?

Per diagnosticare la sifilide bisogna sottoporsi a un esame del sangue che comprenda i seguenti due test di screening: VDRL (Veneral Disease Research Laboratory) e TPHA (Treponema pallidum Haemoagglutination Assay). Tramite questi esami è possibile identificare quei soggetti che con buona probabilità hanno contratto la malattia. VDRL e TPHA hanno un significato clinico diverso, proprio per questo spesso vengono eseguiti congiuntamente.

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