Il secondo vaccino italiano, prodotto da Takis e Rottapharm, è pronto per i test

L’azienda Takis di Castel Romano ha messo ha punto un secondo vaccino italiano pronto per la sperimentazione sull’uomo.

L’azienda, che lavora insieme alla Rottapharm Biotech di Monza, sta aspettando il via libera dall’Aifa, che ha affidato la richiesta al proprio comitato etico. L’approvazione dovrebbe arrivare presto, di modo che le vaccinazioni di prova possano iniziare già nel mese di febbraio.

In questo modo, si avrebbero i risultati della fase 1 in primavera e della fase 2 in estate.

Arruolati 80 volontari da tre ospedali

Per il vaccino messo a punto da Takis e Rottapharm Biotech sono già stati arruolati 80 volontari in tre strutture ospedaliere: San Gerardo (Monza), Spallanzani (Roma) e Istituto Pascale (Napoli).

Abbiamo iniziato a lavorare il 27 gennaio. Ma noi siamo una realtà piccola. Ci siamo affidati al crowdfunding. Su 2 milioni necessari per partire con la fase uno abbiamo raccolto 53mila euro” ha raccontato a Repubblica Luigi Aurisicchio, amministratore delegato e direttore scientifico di Takis.

L’azienda, tra l’altro, si trova accanto a ReiThera, l’altra biotech che sta sviluppando il primo vaccino anti Coronavirus italiano.

Come funziona il vaccino Takis – Rottapharm Biotech

Secondo quanto raccontato, il vaccino di Takis è diverso rispetto agli altri vaccini anti Coronavirus. “Somiglia a quello di un’altra azienda americana, la Inovio” ha spiegato Aurisicchio.

Il direttore scientifico ha così spiegato il funzionamento del vaccino Takis: “Prendiamo il frammento di Dna che codifica per la proteina Spike del Coronavirus e lo iniettiamo nell’organismo”.

Per riuscirci, viene utilizzato, come spiegato dal direttore scientifico, il metodo dell’elettroporazione, che consiste nel dare una scossa elettrica al braccio in concomitanza dell’iniezione.

Non è niente di doloroso. Quel che si sente è una brevissima contrazione del muscolo. Ha l’effetto di aprire per un attimo la membrana delle cellule, giusto il tempo necessario a permettere l’ingresso del Dna” ha spiegato Aurisicchio a Repubblica.

Per iniettare il vaccino di Takis non bisognerà usare una siringa, ma uno strumento simile a una pistola, che andrà appoggiato sul braccio. “Contemporaneamente un piccolo ago inietta il vaccino e quattro elettrodi producono l’elettroporazione” ha spiegato il direttore scientifico.

Se tutto andrà bene, come ha spiegato il direttore scientifico di Takis, il secondo vaccino italiano sarà pronto per la fase tre per la prossima estate. “Abbiamo chiesto anche ai colleghi di ReiThera di poter lavorare insieme, quando saremo più avanti” ha spiegato Aurisicchio a Repubblica.

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