Scoperte le lettere di un collega ad Alice Neri, lo stesso che pubblicò uno strano post sul fuoco

Alice Neri morta a Fossa di Concordia, nuovo giallo nel giallo: gli inquirenti avrebbero scoperto alcune lettere di un collega alla donna, si tratterebbe dello stesso autore di uno strano post sul fuoco pubblicato nelle ore del ritrovamento del corpo carbonizzato della 32enne.

Alice Neri
Alice Neri – Nanopress.it

A riportare la novità è Il Resto del Carlino, secondo cui le missive sarebbero state trovate all’interno dell’armadietto della vittima sul posto di lavoro. Il tutto mentre in carcere, accusato di essere l’autore dell’omicidio, c’è il 29enne tunisino Mohamed Gaaloul.

Le lettere di un collega ad Alice Neri trovate nell’armadietto della vittima

Chi indaga sulla morte di Alice Neri, avvenuta a Fossa di Concordia (Modena) nel novembre scorso, avrebbe sequestrato le lettere rinvenute all’interno del suo armadietto aziendale perché di potenziale interesse investigativo.

Secondo Il Resto del Carlino, il contenuto delle missive scoperte dagli inquirenti rimanderebbe a dichiarazioni d’amore rivolte alla 32enne da un collega, lo stesso che avrebbe pubblicato su Facebook uno strano post sul fuoco (poi rimosso) nel giorno del ritrovamento del cadavere carbonizzato della donna.

Mohamed Gaaloul continua a dirsi innocente

In carcere a Modena, dove è detenuto nella posizione di principale indagato per l’omicidio di Alice Neri dopo l’arresto in Francia, il 29enne tunisino Mohamed Gaaloul.

Mohamed Gaaloul sospettato del delitto di Alice Neri
Mohamed Gaaloul sospettato del delitto di Alice Neri – Nanopress.it

Per la famiglia dell’uomo, sarebbe innocente e non sarebbe capace di compiere una simile atrocità.

Lui stesso si sarebbe detto estraneo e avrebbe dichiarato agli inquirenti che la sua partenza all’estero, avvenuta all’indomani della morte di Alice Neri, fosse programmata da tempo per motivi di lavoro.

A suo sfavore, però, giocherebbero alcuni elementi raccolti finora in sede di indagine, indizi che smonterebbero la sua versione dei fatti in direzione di un suo presunto coinvolgimento nella vicenda.

Ma il suo avvocato, Roberto Ghini, ha precisato che non tutti i filmati di videosorveglianza della zona sono stati acquisiti e, per questo, potrebbe esserci una parte della storia ancora tutta da scrivere.

Cosa c’è scritto nelle missive indirizzate alla 32enne

Secondo Il Resto del Carlino, le missive indirizzate alla 32enne da un collega finora mai indagato, sequestrate dagli investigatori dopo il ritrovamento delle stesse all’interno del suo armadietto di lavoro, sarebbero 3 e conterrebbero parole d’amore.

Frasi come “Sei unica“, e ancora “Guardarti mi dà serenità“, “Ogni scusa è buona per stare con te” sarebbero alcune delle cose scritte dallo stesso collega di Alice Neri che, la mattina della sua morte, avrebbe pubblicato uno strano post sui social che poi avrebbe rimosso.

Il post sul fuoco pubblicato (e rimosso) il giorno del ritrovamento del corpo

A indirizzare l’attenzione investigativa sul contenuto del misterioso post sarebbe stato un testimone.

Qualcuno che avrebbe sottoposto al vaglio degli inquirenti lo screenshot di quanto postato su Facebook dal collega di Alice Neri che, si scopre oggi attraverso Il Resto del Carlino, sarebbe lo stesso autore di quelle lettere ora sotto la lente delle indagini.

Mettimi come sigillo sul tuo cuore, come sigillo sul tuo braccio, perché forte come la morte è l’amore, tenace come gli inferi è la passione: le sue vampe son vampe di fuoco, una fiamma del Signore

Sarebbe questo il contenuto del misterioso post arrivato sul tavolo di chi indaga, e a catturare l’attenzione è un dettaglio: si tratta di una citazione biblica in cui si parla di “vampe di fuoco“.

La mente non può che correre, seppure per mera suggestione, a un aspetto chiave della morte di Alice Neri: il corpo della donna, chiuso nel bagagliaio della sua auto bruciata a Fossa di Concordia, è stato rinvenuto carbonizzato.

All’interno dell’armadietto della 32enne, in azienda, sarebbero stati repertati altri oggetti tra cui una foto che la ritraeva insieme allo stesso collega (finora mai iscritto nel registro notizie di reato), una catenina che lui le avrebbe recentemente regalato e un rotolo di carta gommata con la scritta “Ti voglio bene“.

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