Salvatore Borsellino: “Il 41 bis non è giustificato per Cospito”

Anche Salvatore Borsellino, fratello del giudice ucciso dalla mafia nel 1992, ha deciso di dare la sua opinione circa il 41 bis per Alfredo Cospito, l’anarchico detenuto in regime di carcere duro e che ha deciso di fare uno sciopero della fame per lottare contro questo sistema giudiziario.

Salvatore Borsellino
Salvatore Borsellino-Nanopress.it

Il fratello minore del giudice Paolo, durante una sua recente intervista, ha definito ingiusto il carcere duro per il 55enne rinchiuso presso il carcere di Opera di Milano, in quanto gli anarchici hanno strutture diverse rispetto alla criminalità organizzata e ai boss mafiosi.

Le dichiarazioni di Salvatore Borsellino

Salvatore Borsellino, 80 anni, fratello di Paolo, il giudice ucciso dalla mafia nel 1992, ha deciso di dire la sua riguardo il 41 bis, il sistema di carcere duro a cui Alfredo Cospito è sottoposto.

“Viene descritto come qualcosa di punitivo, se fosse solo così sarebbe da respingere, ma il 41 bis non serve a rendere più duro il carcere, ma a impedire che dietro le sbarre i mafiosi possano continuare ad avere contatti con l’esterno”.

Queste le dichiarazioni di Borsellino rilasciate di recente durante una intervista, spiegando che il 41 bis per Alfredo Cospito non è giustificato in quanto può ritenersi uno strumento valido e utile per la lotta contro la mafia e non per gli anarchici, che invece, hanno strutture diverse rispetto la criminalità organizzata.

La tesi del 41 bis secondo il fratello del giudice

Il fratello di Paolo Borsellino non è d’accordo per il regime di carcere duro a cui è sottoposto Alfredo Cospito, l’anarchico 55 enne detenuto presso il carcere di opera di Milano in sciopero della fame da oltre 100 giorni per combattere contro il 41 bis. 

Secondo Salvatore Borsellino, il regime di carcere duro è utile solamente per i detenuti mafiosi e che fanno parte della criminalità organizzata in maniera tale da evitare che esercitano il loro potere anche tra le mura del sistema penitenziario.

Salvatore Borsellino
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L’ottantenne, fratello minore del magistrato Paolo, spiega che il 41 bis deve assolutamente essere mantenuto, di fondamentale importanza per combattere la criminalità organizzata però per il caso di Alfredo Cospito andrebbe rivisto l’ipotesi del carcere duro. 

“Questa battaglia rischia di creare pericolose alleanze tra anarchici e mafia perché entrambi ne vogliono l’abolizione”.

Queste le parole del fratello del giudice ucciso dalla mafia nella strage di via D’Amelio insieme ai cinque uomini della scorta.

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