Riparte il processo per abusi sessuali contro le società di Michael Jackson

La società di Michael Jackson è nuovamente a processo per gli abusi sessuali presunti del cantante nei confronti di due persone.

Michael Jackson
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Secondo quanto riportato dal New York Times, una corte d’appello californiana ha sentenziato che due persone che avevano accusato Michael Jackson di abuso sessuale su di loro, potranno ora riprendere le azioni legali.

Vista la prematura scomparsa del cantante nel 2009, a essere coinvolta è la sua società, con i casi che torneranno quindi molto presto nel tribunale di primo grado.

Riparte il processo per le società di Michael Jackson Mjj Productions e Mjj Ventures

I due uomini che avevano mosso le gravi accuse al cantante sono James Safechuck, 45enne, e Wade Robson, 40enne.

Stando a quanto dichiarato dai due, Michael Jackson avrebbe abusato di loro per diversi anni, con la complicità dei dipendenti delle società Mjj Ventures e Mjj Productions, in quanto “collaboratori, facilitatori e alter ego”.

Nelle denunce viene affermato che questi dipendenti avevano nei confronti dei ragazzi un “dovere di diligenza”, senza quindi prendere provvedimenti per contrastare gli abusi.

Nel 2019, la HBO mandò in onda un documentario intitolato “Leaving Neverland”, in cui vennero presentato le due storie.

James Safechuck e Wade Robson
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Robson e Safechuck accusavano Michael Jackson di molestie sessuali nei loro confronti, coltivando rapporti stretti con le proprie famiglie in modo da stare molto più vicino a loro.

Una causa iniziata un decennio fa

Le cause intentate contro le due società da Robson e Safechuck risalgono a circa 10 anni fa. Entrambi i casi, però, vennero archiviati nel 2017 in quanto avevano oltrepassato i termini di prescrizioni previsti dallo Stato della California.

Nel 2020 ci fu la riapertura per via dell’introduzione di una legge statale nuova, la quale concesse ai due querelanti un periodo aggiuntivo per riaprire il caso.

Entrambe le cause, però, vennero nuovamente archiviate nel mese di ottobre 2020 e nel mese di aprile 2021.

Il giudice della Corte superiore della contea di Los Angeles stabilì che le società e i relativi dipendenti non avevano nessun obbligo legale che li chiamava a proteggere i due soggetti dai presunti abusi.

Ieri, però, la Corte di Appello del secondo distretto della California ha sentenziato che “una società che tende a facilitare l’abuso sessuale nei confronti di bambini e da parte di uno dei dipendenti non viene esentata dall’obbligo di proteggere questi bambini soltanto perché il proprietario è colui che perpetra l’abuso”.

Ancora non è stato rilasciato una data ufficiale in cui ripartirà il processo nei confronti delle due società.

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