Rimborsi elettorali: sì della Camera, il M5S protesta e abbandona i lavori

CAMERA: DISCUSSIONE SU FINANZIAMENTO AI PARTITI

La Camera ha detto sì finanziamento per l’anno 2015, che porterà nelle casse dei partiti una somma che complessivamente si aggira intorno ai 10 milioni di euro. Il M5S, l’unico ad aver rinunciato al rimborso, ha protestato, abbandonando la riunione e annunciando che presenterà una diffida.

La delibera è il frutto della legge Boccadutri, secondo la quale i fondi ai partiti possono essere erogati, senza che venga effettuato alcun genere di controllo da parte della Commissione di garanzia.

Le proteste degli esponenti del Movimento 5 Stelle non si sono fatte attendere: ‘Ancora una volta i partiti non hanno guardato alla realtà del Paese. Per loro la crisi non esiste mai. Sono stati capaci di fare una legge apposita, per intascarsi i soldi senza che venisse controllata la regolarità dei loro bilanci’, ha dichiarato Davide Crippa, neo capogruppo alla Camera dei Grillini.

In realtà, nel 2012, è stato istituita una Commissione per il controllo dei rendiconti dei partiti, a cui spetta l’onere di verificare le spese effettivamente sostenute (fatture, scontrini, etc).

Tale controllo è indispensabile per poter ottenere il finanziamento pubblico, che in ogni caso andrà a scomparire definitivamente nel 2016, per decisione del governo Letta.

La Commissione avrebbe dovuto concludere i controlli entro il 30 giugno scorso, tuttavia il presidente Luciano Calamaro, ha dichiarato di non poter realizzare il lavoro per effettiva carenza di personale.

E’ in questo scenario, dunque, che Camera e Senato hanno approvato la Legge Boccadutri (Pd), che individua il personale necessario per la Commissione e notifica che per il 2013 non sarà necessario il controllo degli scontrini.

Dopo aver tentato di dimostrare l’illegittimità della delibera, Di Maio e Fraccaro hanno lasciato la riunione.

‘È assurdo e umiliante ratificare una legge che elude i controlli. La legge Boccadutri è la più ignobile di questa legislatura, ed è stata approvata in un giorno alla Camera e in uno al Senato, a dimostrazione che il bicameralismo quando si vuole funziona benissimo’, ha dichiarato il vicepresidente della Camera Di Maio.

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