Riforme di Renzi: opposizioni contro il Premier ma lui va avanti in maratona notturna

Matteo Renzi va avanti con le riforme. Sono finiti nella notte gli esami degli emendamenti al disegno di legge di Riforma del Senato e del Titolo V della Costituzione, la Camera ha approvato gli articoli del provvedimento. Le opposizioni si sono scagliate contro Renzi e il PD durante le votazioni in Parlamento. Gli ultimi voti del disegno di legge costituzionale, infatti si sono svolte con l’aula di Montecitorio semivuota, data la decisione di Forza Italia, M5S, Lega e Sel di non partecipare ai lavori, in polemica con il provvedimento. Le opposizioni saliranno al Colle martedì, convinte che il governo stia bloccando il dibattito parlamentare per imporre le sue riforme. Renzi, dicono Fi-Lega-Sel in una conferenza stampa congiunta, è ‘un bullo’, Brunetta minaccia di far vedere sorci verdi, anche Civati e Fassina della minoranza Pd hanno fatto un passo indietro. Renzi però era stato preciso: ‘Vogliono solo bloccare il governo‘, ma ‘noi non ci facciamo ricattare da nessuno‘.

Sono dunque finiti nella notte gli esami degli emendamenti al disegno di legge di Riforma del Senato e del Titolo V della Costituzione, la Camera ha approvato gli articoli del provvedimento. Il voto finale al testo è previsto a inizio marzo. ‘Grazie alla tenacia dei deputati‘, ha scritto il premier Matteo Renzi su Twitter. ‘Un abbraccio a #gufi e #sorciverdi‘.

(aggiornamento di KIrrente)

Le reazioni

In particolare ad esprimersi è Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia, che ha tenuto una conferenza stampa congiunta a Montecitorio con SEL, Lega e Fratelli d’Italia. Brunetta ha dichiarato: “Vedranno i sorci verdi. Non è accettabile un Governo che abbia questi atteggiamenti”. Il capogruppo di FI usa toni forti anche contro Renzi, che replica attraverso Twitter, scrivendo “La riforma sarà sottoposta a referendum. Vedremo se la gente starà con noi”. Brunetta ha anche riferito che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha intenzione di ricevere separatamente, gruppo per gruppo, i vari rappresentanti parlamentari, in modo che essi possano fare le loro osservazioni sulle riforme costituzionali. Il Premier ha però ribadito: “Non mi sono fatto ricattare da Berlusconi sul Presidente della Repubblica, non mi farò ricattare da Grillo sulla riforma della Costituzione”. Prima della conferenza stampa, a Montecitorio i banchi erano tutti vuoti a causa dell’abbandono di SEL, M5S, Lega e, temporaneamente, anche di Forza Italia. Cuperlo e Fassina, leader della minoranza del PD, hanno annunciato di restare in Aula, ma comunque di non votare.

Le motivazioni

Le motivazioni sono state le più varie. SEL ha lasciato Montecitorio parlando di “strappo della seduta fiume”. Inoltre proprio i rappresentanti di SEL hanno detto: “Il potere esecutivo sta provando a mettere sotto scacco il potere legislativo”. Proprio questa frase è stata affermata dal capogruppo Arturo Scotto. I deputati di Forza Italia sono usciti dall’Aula, adducendo come motivazione la convocazione di un’assemblea. Fuori dall’Aula sono stati anche una decina di ex grillini, che sono confluiti in Alternativa Libera. Il capogruppo di Fratelli d’Italia, Fabio Rampelli, ha espresso chiaramente il fatto che il gruppo parlamentare aveva deciso di abbandonare l’Aula in segno di protesta. Matteo Renzi non si è fatto intimorire e parlando all’assemblea del PD alla Camera, ha riferito: “Se passa la logica per cui l’ostruzionismo blocca il diritto e il dovere della maggioranza di fare le riforme è la fine”. Inoltre il Presidente del Consiglio ha insistito sulla possibilità che adesso, dopo aver deciso insieme il Capo dello Stato, all’interno del Partito Democratico ci possa essere compattezza.

La rissa in Aula

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Alla Camera si sono registrate forti tensioni fra opposizione e maggioranza. E’ stato il caos. I rappresentanti del Movimento 5 Stelle chiedevano che venisse rinviata la discussione e hanno iniziato a battere i faldoni degli emendamenti sui banchi. Poi hanno cominciato a gridare “onestà, onestà”. La situazione si è fatta insostenibile con insulti e deputati in piedi tra i banchi. In particolare sono stati coinvolti i deputati del Partito Democratico e di SEL. Il vicepresidente Roberto Giachetti è stato costretto a sospendere la seduta e a chiedere che fossero allontanati alcuni onorevoli. Renzi ha espresso il suo rammarico per quanto è avvenuto nel corso della giornata. Il Premier ha dichiarato che quello che è successo non si può definire l’espressione di un dissenso, che sarebbe legittimo, ma soltanto un ostruzionismo e un tentativo di blocco.

Secondo le parole che ha riferito il Presidente del Consiglio, la maggioranza non è affatto pronta a bloccarsi. Renzi ha messo in evidenza l’importanza di stringere i tempi e ha sottolineato come la maggioranza lavora anche di notte, per portare a termine dei risultati. Proprio la decisione di puntare su una seduta fiume notturna ha scatenato il malumore delle opposizioni. Ma già i grillini si erano scagliati precedentemente contro la Presidente della Camera Laura Boldrini, sulle modalità di gestione della discussione.

L’atteggiamento dei rappresentanti del Movimento 5 Stelle è quello di netta contrapposizione all’operato del Governo. Il deputato Riccardo Fracaro ha definito Marina Sereni, Presidente di turno a Montecitorio, “complice di una presidenza che è succube e schiava di una maggioranza incostituzionale”. I grillini vorrebbero che il PD prendesse in esame il referendum senza quorum, l’obbligo delle proposte di legge di iniziativa popolare e l’opportunità di consentire il ricorso alla Consulta sugli atti approvati dalla Camera. Renzi, tuttavia, non sembra essere dell’idea di ascoltare le richieste che provengono dai pentastellati. Con lui è la linea seguita dal PD. Non a caso Roberto Speranza, capogruppo PD, ha detto chiaramente: “No a ricatti, no a un Parlamento sotto attacco, è inaccettabile”.

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