Riassunto di Rosso Malpelo, di Giovanni Verga e breve commento della novella

Il riassunto di Rosso Malpelo, di Giovanni Verga, ed il commento breve della novella, ci consentono di trattare un argomento di cui, purtroppo, sempre più spesso sentiamo parlare: la diversità e, conseguentemente, l’esclusione dalla società. Il protagonista della storia, infatti, è un ragazzo con la ‘disgrazia’ dei capelli rossi che – vittima, suo malgrado, della superstizione – viene messo al bando dal paese. Pubblicato per la prima volta nel 1878, il racconto è tra i più famosi dello scrittore verista e fa parte di una raccolta successiva di novelle – Vita dei campi – i cui protagonisti sono i personaggi umili della Sicilia di fine Ottocento. Ecco, dunque, il riassunto di Rosso Malpelo, tra le novelle più conosciute di Giovanni Verga.

Pregiudizio, dunque, ed emarginazione, sono i fili conduttori di questa celebre novella verghiana, di cui proponiamo il riassunto, il cui protagonista è un ragazzino, Rosso Malpelo, che lavora in una cava. La sua sfortuna è quella di avere i capelli rossi, e per questo motivo è creduto dalla popolazione portatore di sventure. L’unico, grande affetto della sua vita è il padre, che muore sul lavoro lasciando il ragazzo con la madre e la sorella; ma entrambe condizionate dalla superstizione, lo maltrattano continuamente. Dopo la morte del suo unico amico Ranocchio, e rendendosi conto di non contare più per nessuno, Malpelo decide di esplorare uno dei cunicoli più pericolosi della cava; ma, imboccata la strettoia, sparisce nel nulla, lasciando i minatori, e gli abitanti del paese, col terrore che, da un momento all’altro, possa tornare sotto forma di spettro.

Tra le novelle di Giovanni Verga, di cui abbiamo scelto di proporre il riassunto e commento, ‘Rosso Malpelo‘ è senza dubbio una delle più crude: il protagonista è vittima del suo colore di capelli, ed è visto dalla mentalità popolare come simbolo di cattiveria e di furbizia. Il racconto tocca, inoltre, una questione ben presente nella società siciliana del tempo, ovvero il lavoro minorile, a cui il Parlamento italiano aveva cercato di porre rimedio con una legge del 1878. L’autore, che predilige, per le sue novelle, protagonisti di bassa estrazione sociale, riprende l’argomento unendo alla sua sperimentazione letteraria un’azione sociale ben precisa: evidenziare come determinati atteggiamenti popolari possano nuocere alla vita di una persona.

Dal riassunto di Rosso Malpelo viene fuori, quindi, una storia assai triste, quella di un ragazzino che troppo precocemente viene avviato al mondo del lavoro, non ha vissuto l’infanzia ed è cresciuto emarginato e con un marchio infame addosso. La durezza che ha contraddistinto la sua vita, la rabbia che si porta dentro da sempre, trova il suo sfogo quando incontra Ranocchio, un ragazzino ancora più sfortunato di lui col quale intraprende un rapporto di odio misto ad affetto: lo maltratta e lo picchia perché è un debole in un mondo di forti, ma prova al contempo tenerezza perché riconosce in lui la stessa solitudine e la stessa tristezza che hanno caratterizzato la sua vita.
Ma quando anche Ranocchio muore lasciandolo nuovamente da solo, Malpelo decide di accettare il suo destino di ‘reietto’, di ‘diverso’, acconsentendo ad una missione rischiosa nella cava, dalla quale però non farà mai più ritorno.

Nonostante la poetica di Giovanni Verga si caratterizzi per l’assenza del giudizio critico del narratore, dal riassunto di Rosso Malpelo emerge, seppur velatamente, la pietà che l’autore prova nei confronti del protagonista, un ragazzo emarginato che non ha possibilità di potersi riabilitare. E l’unico modo per porre fine alla sua sofferenza, e dare senso ad una vita vissuta tragicamente, è quello di accettare una ‘missione’ rischiosa, l’esplorazione della cava che ha visto morire il padre. Una missione che, a dispetto del colore dei capelli, lascerà nella popolazione impresso per sempre il ricordo della sua esistenza.

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