Repubblica parlamentare o presidenziale: significato e differenze

Repubblica parlamentare e presidenziale sono le due forme di democrazia rappresentativa in cui si dividono i sistemi dei Paesi democratici. A voler semplificare, la differenza maggiore è chiara già dalla specifica del nome: da una parte prevale il Parlamento, dall’altra il Presidente che è capo dello Stato e capo del governo. Il primo sistema è quello vigente in Italia fin dalla sua nascita come Repubblica, mentre il secondo trova il suo massimo rappresentante negli Stati Uniti. A metà strada il sistema del semipresidenzialismo, detto anche “alla francese” perché trova nel paese transalpino l’esempio più famoso. Quali sono le maggiori differenze e cosa comportano?

Quello che hanno in comune i due sistemi è l’essere forme di democrazia rappresentativa: gli aventi diritto al voto eleggono loro rappresentanti che hanno il solo scopo di governare il Paese. Si viene rappresentati da chi si elegge, in un caso o nell’altro. La differenza sostanziale tra i due sistemi è il chi si elegge: nel primo caso i cittadini sono chiamati alle urne per eleggere i parlamentari, che a loro volta eleggono il Presidente della Repubblica; nel secondo si sceglie direttamente il Capo dello Stato.

Repubblica Parlamentare o Parlamentarismo

La Repubblica Parlamentare è la forma di governo che mette al centro il Parlamento, da cui anche il sinonimo di Parlamentarismo. Gli elettori sono chiamati alle urne per eleggere i loro rappresentanti nelle Camere di cui si compone il Parlamento che a sua volta detiene il potere legislativo: esplica cioè la volontà popolare nel fare le leggi e nel controllo del Governo, detentore del potere esecutivo, che può entrare nel pieno delle sue funzioni solo con il voto di fiducia. In questo sistema politico il Presidente della Repubblica viene eletto dal Parlamento e ha funzioni di garanzia delle parti politiche e di rappresentanza dell’unità nazionale.

Repubblica Presidenziale o Presidenzialismo

La Repubblica Presidenziale è la forma di governo che concentra nel Presidente il maggior potere. Anche in questo caso si tratta di democrazia rappresentativa visto che gli elettori scelgono direttamente il Capo dello Stato senza passare per il tramite del Parlamento. Assemblando la carica di Presidente della Repubblica e Capo del Governo, non necessita del voto di fiducia da parte delle Camere: detiene il potere esecutivo e presiede il governo di cui è il massimo rappresentante. Il Parlamento è il solo titolare del potere legislativo: spetta solo alle Camere fare le leggi, anche in caso di urgenza e necessità, al contrario di quanto accade nel sistema parlamentare in cui il governo può agire con decreti.

Le due funzioni in questo caso sono nettamente separate per equilibrare il grande ruolo del Presidente: nessuna interferenza nell’iter legislativo, nessun controllo sulla durata del Parlamento, visto che manca il potere di scioglimento delle Camere, mentre il Parlamento non può revocare il mandato presidenziale. I due poteri si controllano a vicenda: il Presidente può bloccare le leggi emanate dalle Camere, mentre il Parlamento è il solo detentore del lato finanziario delle leggi con l’approvazione del bilancio e di tutti gli interventi che comportano nuove spese.

Repubblica semipresidenziale

La Repubblica semipresidenziale o semipresidenzialismo è la forma di governo che viene definita anche a “tendenza presidenziale”. L’elezione del Presidente della Repubblica avviene in modo diretto, ma la sua figura non coincide con quella del capo del Governo che viene da lui nominato. Il caso più noto è quello della Francia: i cittadini eleggono direttamente il presidente che a sua volta nomina il Primo Ministro, ma il governo ha bisogno del voto di fiducia del Parlamento, eletto a sua volta dai cittadini, per poter entrare nel pieno delle funzioni. L’esecutivo inoltre necessita anche della fiducia del Presidente che può revocare il governo.

Come nel presidenzialismo, il Capo dello Stato non può essere sfiduciato dalle Camere, ma come nel parlamentarismo ha la possibilità di sciogliere il Parlamento, nei limiti dei poteri concessi dalla Costituzione. Il Presidente ha inoltre la possibilità di agire a livello legislativo tramite il diritto di consultazione popolare referendaria o l’iniziativa legislativa, da presentare poi al Parlamento, unico depositario del potere legislativo. Dal suo canto, il Presidente della Repubblica detiene il potere esecutivo che esplica nella nomina del Capo del Governo.

In Italia

L’Italia è il classico esempio di Repubblica parlamentare: i cittadini eleggono i loro rappresentanti al Parlamento che riveste un ruolo centrale e che a sua volta elegge il Presidente della Repubblica in sessione comune e allargata ai grandi elettori delle Regioni. La centralità appartiene dunque al Parlamento, unico rappresentante della volontà popolare. L’articolo 55 della Costituzione descrive la composizione in due rami, Camera e Senato, costituiti rispettivamente da 630 deputati e 315 senatori, mentre l’articolo 70 chiarisce il compito di “formare ed emanare le leggi dello Stato”, il potere legislativo.

Il Presidente del Consiglio viene nominato dal Capo dello Stato, previa consultazione dei partiti che compongono la maggioranza: il Presidente della Repubblica deve assicurarsi che l’esecutivo abbia la fiducia in entrambe le Camere prima di dare l’avvio alla legislatura. Nel nostro Paese, il ruolo del Parlamento è centrale e ha sviluppato un’impronta partitica a tutta la politica: il governo dipende dalle Camere ma può vantare poteri legislativi incasi di urgenza o necessità tramite i decreti leggi. In questo caso l’iter legislativo viene “forzato” dall’esecutivo: gli effetti sono immediati dopo la publicazione sulla Gazzetta Ufficiale ma provvisori visto che il Parlamento ha 60 giorni di tempo per convertirli in legge.

Il Presidente della Repubblica ha il ruolo di garante della Costituzione, è a capo dello Stato, rappresenta l’unità nazionale, presiede il Consiglio Superiore della Magistratura e il Consiglio Superiore della Difesa e deve controfirmare ogni legge perché diventi effettiva. Ha inoltre il potere di sciogliere le Camere, ma non nel semestre bianco, negli ultimi sei mesi di mandato: rimane in carica sette anni. Il ruolo del Presidente dunque è di garanzia: sopra le parti, vigila sulla Costituzione e sul suo adempimento, ma non detiene alcun potere dello Stato. Parlamento, Governo e Magistratura si dividono i tre poteri, con la supervisione del Capo dello Stato che risponde solo alla Carta Costituzionale.

In Europa

Nei Paesi europei prevale il sistema della repubblica parlamentare con differenze a seconda della forma dello Stato (unitario o federale). L’esempio più lampante è l’Italia, repubblica parlamentare tout court: la Germania è anch’essa una repubblica parlamentare ma federale. In Francia vige il sistema del semipresidenzialismo, come in Ungheria, Romania e in Serbia. Molti gli Stati che conservano la monarchia ereditaria ma solo di stampo parlamentare: Danimarca, Paesi Bassi, Spagna, Norvegia e Gran Bretagna. Unico caso di monarchia assoluta il Vaticano dove il Papa è capo spirituale e capo del governo.

Nel mondo

Nel mondo esistono vari sistemi governo tra cui si contano anche monarchie assolute (è il caso del Brunei per esempio). A livello di forme repubblicane il continente americano ha optato quasi nella sua interezza per il sistema presidenziale. Il modello di riferimento è quello degli Stati Uniti: qui il presidente viene eletto direttamente dai cittadini e assembla il ruolo di Capo dello Stato e del Governo. Presidente e Parlamento sono tra loro indipendenti: l’uno non può sciogliere le Camere, l’altro non può sfiduciarlo. L’unico atto previsto per il capo dello Stato è l’impeachment, l’accusa di attentato alla Costituzione, che è però un’azione giuridica e non politica e, come tale, può anche risolversi senza la caduta del Presidente (il caso più noto fu quello di Bil Clinton, assolto nel febbraio del 1999).

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