Referendum, Matteo Renzi: ‘La data sarà decisa il 26 settembre’

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“La data del referendum costituzionale la deciderà il Consiglio dei ministri che si terrà il 26 settembre”, così Matteo Renzi assicura che presto sarà possibile sapere quando gli italiani dovranno recarsi nuovamente alle urne. Il Presidente del Consiglio ospite a Uno Mattina risponde a diversi quesiti, tra cui la polemica con le opposizioni e in particolare Luigi Di Maio, il sisma, l’Italicum, i fondi sulla sanità e la scuola.

Matteo Renzi difende l’Italicum, “è un’ottima legge elettorale”, ma si dimostra aperto a eventuali modifiche, “se ci viene chiesto: siete disponibili a cambiare la legge elettorale come segnale di ascolto e apertura? Io rispondo assolutamente sì. Chiederemo ai partiti, gli altri partiti delle opposizioni, quali sono le loro idee altrimenti è una discussione surreale”.

Polemica con i Grillini. Sulle parole di Luigi Di Maio che ha paragonato il capo del Governo a Pinochet, Renzi risponde: “Mi dispiace che il vicepresidente della Camera abbia detto questo perché i dittatori ammazzavano le persone. Dire che l’Italia è una dittatura non offende il presidente del Consiglio, ma l’Italia e la sua storia”. “Mi hanno chiesto di tranquillizzare il clima, smettere di parlare della durata della legislatura, della vita del governo. Mi hanno chiesto di aprire sulla legge elettorale. Io ho cercato di sparecchiare il tavolo da tutti i problemi. Quindi abbiamo dato un’apertura vera sulla legge elettorale, non parliamo più delle questioni personali del futuro, ma solo del referendum”, prosegue il Presidente del Consiglio.

Sanità. Renzi assicura che “i fondi alla sanità nel 2017 continueranno a crescere. Certo il ministro della Sanità chiede dieci e magari otterrà uno, ma non è che ha avuto un taglio: voleva dieci e ha avuto uno. I soldi per la sanità aumenteranno e non ci sarà nessun intervento sui pacchetti di sigarette. Se ci saranno tagli – sottolinea – non sarà sul passato ma sulle richieste dei ministeri”.

Sisma del 24 agosto. Per quanto riguarda il sisma di Amatrice, per il premier “la partita per le popolazioni colpite dal terremoto è ancora molto difficile, molto complessa da gestire perché c’è un dolore per queste famiglie che non passerà mai: 300 persone non ci sono più. E’ importante che la scuola di Amatrice sia riaperta: ora l’obiettivo è evitare che i nostri connazionali vivano nelle tende per l’inverno e contemporaneamente garantire loro, con le casette di legno, di tornare nei comuni colpiti. E’ un’operazione che durerà qualche mese”.

Scuola. Sulla ‘Buona scuola’ e in merito alle polemiche generate dalla mancanza di cattedre per chi ha vinto il concorsone Renzi confessa: “non tutto ha funzionato come avremmo voluto”. A causa di “una stratificazione degli ultimi venti anni”. “Noi abbiamo moltissimi insegnanti del Sud e gli allievi sono soprattutto al Nord. Una soluzione andava trovata. A chi lascia il proprio comune per andare a lavorare fuori faccio gli auguri di buon lavoro e l’in bocca al lupo, penso che sia importante che non perdano l’entusiasmo di coinvolgere i propri ragazzi, perché quello di fare l’insegnante è il mestiere più affascinante del mondo. Però non è che possiamo improvvisamente trasferire gli studenti dal Nord al Sud per non far spostare gli insegnanti, perché altrimenti diventerebbe ridicolo”, spiega il premier.

Europa. Per quanto riguarda le regole europee “l’Italia le sta rispettando”, afferma il Presidente del Consiglio che poi attacca la Germania. “C’è la regola del deficit ma anche la regola del surplus primario che la Germania non rispetta. Se le regole valgono deve valere per tutti. A Bratislava come negli altri vertici, porto la voce di un Paese che si è stancato di ricevere la lista delle cose da fare”, conclude Renzi.

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