Recupero Costa Concordia: pericoli per l’ambiente secondo il WWF

recupero Costa Concordia

Il WWF lancia l’allarme per i rischi legati al recupero della nave Costa Concordia, e l’intera operazione che condurrà nei prossimi giorni il relitto dall’Isola del Giglio fino al porto di Genova, a cui sono stati assegnati i lavori di smantellamento. ‘Un’operazione mai tentata prima al mondo merita misure straordinarie di prevenzione a tutela dell’ambiente‘, sottolinea l’associazione in un comunicato stampa, mentre l’attenzione dell’opinione pubblica è tutta concentrata sulla rimozione e il rigalleggiamento in diretta. Sin dall’indomani della tragedia il WWF ed altre associazioni ambientaliste hanno allertato le istituzioni sui pericoli che si corrono dal punto di vista ecologico, ed ancora di più il discorso è valido oggi che la nave è stata rimessa in piedi, per essere finalmente rimossa.

Il primo punto che sta a cuore all’associazione è la salvaguardia dell’ambiente marino, che potrebbe irrimediabilmente alterarsi davanti ad un’attività così complessa e delicata: ‘Il governo deve garantire che tutto proceda nella massima sicurezza per l’ambiente marino, dopo che il 30 giugno scorso il Consiglio dei ministri ha deciso di approvare irritualmente il progetto di trasferimento e smaltimento della nave da crociera‘, dichiara polemicamente il WWF, che ha inoltre chiesto al Commissario Gabrielli di ‘garantire che siano approntate tutte le misure e i mezzi per prevenire qualsiasi forma di inquinamento‘. La nave verrà trasportata a Genova alla velocità di 2,5 nodi e in condizioni di mare calmo: saranno necessari quattro giorni in cui tutto dovrà filare liscio, un viaggio di 200 miglia marine ‘in pieno Santuario internazionale dei cetacei, area di importanza naturalistica‘, ricorda ancora l’associazione, per un bestione di 114mila tonnellate che è gravemente danneggiato.

E qui arriviamo al secondo punto di cui la WWF sottolinea la gravità, ovvero la possibile presenza di acque contaminate a seguito dello scontro sugli scogli avvenuto nei pressi dell’Isola del Giglio: ‘La nave ha ancora a bordo 169mila metri cubi di acque potenzialmente contaminate e 9.000 metri cubi di acque miste ad olio, mentre sono 163 i mc di carburante confinati nel motore‘. Il WWF chiede quindi al governo maggiore considerazione per le problematiche ambientali legate al recupero della nave e al risanamento dell’Isola del Giglio, poiché ora ‘si dovrà garantire il ritorno alla normalità all’Isola del Giglio, procedendo alla rimozione del cantiere, al ripristino dei luoghi e al risarcimento del danno ambientale. Il capitolo ambiente non potrà ritenersi chiuso con lo smantellamento della Costa Concordia e, oltre alla bonifica completa dell’area di cantiere e ripristino, si dovrà procedere al risarcimento del danno ambientale, valutato prudenzialmente da Ispra in oltre 13 milioni di euro‘.

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