Raspberry Pi Zero: il computer da 5 euro

Raspberry Pi Zero

Il computer più economico al mondo? Si chiama Raspberry Pi Zero e viene via con appena 5 dollari, ossia circa 5 euro ora che il cambio è quasi paritario. Trattasi della nuova offerta della società americana Raspberry, specializzata in hardware essenziale, programmabile e “open” adatto, per non dire perfetto, a progetti DIY tech. Il nuovo computer single-board viene presentato come membro della famiglia Pi a tutti gli effetti, seppur con componenti davvero basilari, che però non limitano il suo raggio d’azione e le sue potenzialità. Scopriamolo da vicino.

Raspberry Pi Zero parte da tutto il buono mostrato da Raspberry Pi Model B e dal suo successore con prezzi nell’ordine di circa 20-30 euro, portando la fascia di spesa al minimo indispensabile grazie all’adozione di componenti entry. Per ora si può solo ordinare negli USA e nel Regno Unito, con disponibilità assai ridotta – seppur uscirà anche come allegato, sì come allegato, di una rivista chiamata The MagPi – visto che è ancora in fase di produzione, ma presto sarà ordinabile anche dal sito ufficiale con scorte più ampie. Cosa propone come hardware?

Raspberry Pi Zero dimensioni

Prima di tutto partiamo dalle dimensioni che sono davvero incredibili: 65mm x 30mm x 5mm è insomma grande quanto due/tre dita affiancate per un peso praticamente nullo. Raspberry Pi Zero è prodotto nel Galles e si avvale di un processore Broadcom BCM2835 1GHz ARM11 core che è 40% più veloce di quello a bordo di Raspberry Pi 1, un quantitativo di 512MB di LPDDR2 SDRAM, una slot micro-SD che funge da memoria di archiviazione, un ingresso mini-HDMI in grado di reggere output video a 1080p per 60 fotogrammi al secondo.

Ci sono poi header 40-pin GPIO, due porte microUSB una per la connessione dati e l’altra per l’alimentazione e Video Output RCA Composite. Ovviamente, per funzionare, necessita di adeguate periferiche come possono essere tastiera, mouse e monitor, ma in realtà il nuovo Raspberry Pi Zero sarà una vera manna per smanettoni che cercavano un cervello piccolo e potente da inserire all’interno di robot, dispositivi automatizzati e via dicendo. Davvero un bel progetto.

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