Quota 103: chi potrà andare in pensione dal 1° gennaio 2023

Per il momento ancora non c’è l’ufficialità, in quanto il tutto sarà definito durante le prossime settimane. Nonostante ciò, per quanto riguarda le pensioni, sembra essere pronta una riforma da utilizzare per il nuovo anno.

Sede Inps
Sede Inps- Nanopress.it

Una riforma che avrà dei requisiti precisi, necessari per fare in modo che si possa evitare di ritornare alla legge Fornero. Sarà poi riconfermata anche l’Opzione donna e l’Ape sociale.

Come cambierà la riforma delle pensioni

Si sta delineando sempre di più la prossima riforma per le pensioni. Più si va avanti e più i dettagli sembrano essere chiari. Per il momento però ancora non c’è nessuna ufficialità in quanto il tutto sarà definito nel corso delle prossime settimane.

Per quanto riguarda le pensioni però per evitare il ritorno alla legge Fornero, ci sarà una riforma realizzata ad hoc. A patto che non ci siano dei ripensamenti, si sta facendo spazio la nuova quota in cui c’è un limite preciso di età.

Inoltre, vengono scontate le proroghe fino al 31 dicembre del nuovo anno per quanto riguarda l’Opzione donna e l’Ape sociale.

Stiamo facendo riferimento a degli strumenti di flessibilità pensionistica realizzati per le donne che hanno delle carriere discontinue oppure per coloro che portano avanti dei lavori usuranti. Non si discosterà più di tanto la legge di bilancio la cui impostazione prevedrà di dedicare gran parte delle risorse al caro bollette e alla crisi energetica.

Ciò che resta sarà destinato alle pensioni così che si possa evitare il ritorno dell’età pensionabile a 67 anni.

Così facendo si mette da parte la legge Fornero la quale prevedeva una pensione a 67 anni con 20 anni di contributi per quanto riguarda la pensione di vecchiaia oppure di 42 anni 10 mesi di contribuzione per la pensione anticipata.

Chi avrà la possibilità di lasciare il lavoro nel 2023

Una bozza che attualmente esiste. Questa infatti prevede la possibilità di lasciare il lavoro in anticipo, ossia con 62 anni di età e dopo avere versato 41 anni di contributi.

Pensionato
Pensionato- Nanopress.it

E questo è un qualcosa che potrà accadere soltanto per il 2023. Sembra che non ci sia altro per quanto riguarda la manovra delle pensioni. Tale decisione però pesa molto sull’indicizzazione degli assegni previdenziali il quale dovrà indirizzare la maggior parte dei fondi.

Per trovare una misura capace di superare Quota 102, in mano alle esecutivo c’erano circa un miliardo di euro. Ed è per questo motivo che è stata eliminata quota 41 senza limiti di età.

Così facendo risulta essere necessario un requisito anagrafico la cui asticella è stata fissata a 62 anni insieme ad una contribuzione di 41 anni. E così, nel 2023 saranno circa 45.000 i lavoratori che avranno la possibilità di sfruttare tali situazioni.

Quota 103

In base ad altre stime rese note dal quotidiano di Confindustria, la quota 102 per il 2023 sarebbe potuta costare molto di più, una cifra che si avvicina agli 1,3 miliardi con ben 89.000 soggetti che avrebbero potuto raggiungere l’età pensionabile.

Ed è per questo motivo che alcune parti della maggioranza hanno cercato di abbassare il requisito anagrafico.

Su questo argomento si è espresso Claudio Durigon, il sottosegretario al lavoro. Egli ha affermato che ciò che stanno definendo è un intervento il cui scopo ha di realizzare una riforma complessiva della previdenza dove saranno realizzate delle soluzioni adatte utilizzando ogni strumento di flessibilità.

In poche parole, per trovarci più di fronte alla vera riforma delle pensioni, sarà necessario attendere fino al 2024.

Cosa accadrà invece all’Ape sociale e all’Opzione donna

Per quanto riguarda l’Ape sociale e l’Opzione donna, queste sono state confermate per il 2023 anche perché i sindacati sono sempre stati d’accordo.

L’anticipo di pensionamento, conosciuto come Ape, è un progetto che dà la possibilità di andare in prepensionamento a patto che i lavoratori abbiano raggiunto una determinata età anagrafica.

Donne al lavoro
Donne al lavoro- Nanopress.it

L’ape sociale è un’indennità che viene erogata dallo Stato e che viene indirizzata a soggetti che necessitano di avere un aiuto economico prima di avere i requisiti per ottenere la pensione di anzianità.

Si tratta di una legge introdotta nel 2017 e che, grazie all’ultima manovra, è stata prorogata fino al 2022. Lo stesso verrà fatto anche per il prossimo anno.

Nel momento in cui si va a parlare di Opzione donna, si fa riferimento ad una legge che dà la possibilità di abbandonare il lavoro attraverso il ricalcolo dell’assegno utilizzando il sistema contributivo.

Saranno necessario avere maturato un’anzianità contributiva uguale o più alta di 35 anni e avere un’età anagrafica uguale o maggiore di 58 anni. E questo è un requisito che riguarda le lavoratrici dipendenti mentre, per quelle autonome, il requisito anagrafico si innalza di un anno.

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