Pordenone, parla la soldatessa che ha ucciso il ragazzo: “Sono distrutta”

Durante l’udienza di convalida dell’arresto, la soldatessa 20enne statunitense ha dichiarato di essere dilaniata dal dolore per ciò che è accaduto. Porgendo poi le più sentite scuse ai genitori del ragazzo. 

INCIDENTE PORDENONE
Incidente Pordenone- Nanopress.it

Durante l’intera udienza in realtà la ragazza si è avvalsa della facoltà di non rispondere. L’unica dichiarazione che ha attuato spontaneamente è stata quella rivolta ai genitori del ragazzo. Affermando di essere distrutta dal dolore.

Cosa è accaduto a Pordenone la scorsa notte

La vicenda da brividi è avvenuta la notte scorsa a Porcia (Pordenone). La soldatessa, cittadina americana della base Usaf di Aviano, si trovava alla guida di una vettura verso le 2:30 di notte.

Nel compiere una rotatoria, la macchina ha perso aderenza con l’asfalto, investendo un ragazzino di soli 15 anni. Il giovane si trovava con la sua biciletta, fermo all’interno di una pista ciclabile di via Lazio, nel quartiere di Sant’Antonio. Il ragazzino è stato investito da dietro, sbalzato in avanti per circa una decina di metri. 

La soldatessa 20enne si è subito precipitata a soccorrere il ragazzo. All’arrivo dei soccorsi la ragazza è stata trasportata in ospedale in stato di profondo choc, Il 15enne invece purtroppo non è riuscito ad arrivare in ospedale, morendo in ambulanza.

15enne travolto dall'auto
15enne travolto dall’auto – Nanopress.it

La procura di Pordenone ha immediatamente previsto gli arresti domiciliari per la soldatessa, con l’accusa di omicidio stradale. 

L’udienza di convalida e le parole della madre del ragazzo

Durante l’udienza di convalida dell’arresto tenutasi stamane, la ragazza ha espresso la facoltà di non rispondere alla maggior parte delle domande poste dai magistrati.

Come è già stato riportato, l’unica dichiarazione condotta spontaneamente da Julia Bravo è stata quella in cui ha espresso il suo profondo dolore e dispiacere per ciò che è accaduto, soprattutto nei confronti dei genitori del ragazzo.

In ogni caso la madre ha affermato che la ragazza deve pagare per ciò che ha fatto, venendo processata in Italia e scontando qua l’intera pena.

Ha poi aggiunto che desidera che il caso non venga inviato negli Stati Uniti, nonostante lì le pene per questo tipo di reati sono più severe. 

“Ma noi vogliamo seguire il processo e che venga condannata in Italia al massimo della pena”.

Ha concluso la madre del 15enne.

In ogni caso il giudice non solo ha convalidato l’arresto della ragazza, ma anche confermato la misura degli arresti domiciliari, da applicare direttamente all’interno della base Usaf di Aviano. 

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