
Carlo Cracco si cimenta nella sua versione della pizza e sul web esplodono polemiche e ironie. Non si è placato il ciclone mediatico che ha investito lo chef stellato dopo l’articolo di FanPage sulla sua versione del piatto napoletano per eccellenza. A distanza di giorni la pizza di Cracco fa ancora discutere e tanto, in rete e sui media, ancora di più dopo la difesa di Gino Sorbillo per la creazione del collega. Uno dei pizzaioli più veraci e autentici, alfiere della pizza napoletana doc (che ha tra l’altro un locale a Milano a due passi dalla Galleria) ha infatti provato la pizza stellata e ne è rimasto convinto: “È la sua interpretazione e a me è piaciuta”, ha fatto sapere il maestro pizzaiolo dalla sua pagina Facebook.
Le polemiche però non si sono placate. Prima di tutto, ai puristi della pizza non è piaciuta la scelta gastronomica di Cracco che ha optato per un impasto con farine di cereali diversi, il che spiega il colore bruno dell’impasto. Per il condimento, la scelta è caduta su una salsa San Marzano definita “densa, simile al sugo rappreso dei ragù”, a cui vengono aggiunti dei pomodorini confit.
Infine la mozzarella che è di bufala ma presentata a crudo e il basilico “non in foglie ma in semi, che si uniscono fino a dare l’impressione di essere more o altri frutti di bosco”, come la descrive l’articolo del sito.
https://twitter.com/ArsenaleKappa/status/972561274063159296Il secondo aspetto della vicenda “pizza stellata” che ha colpito il pubblico è il prezzo: Cracco infatti serve la sua pizza a 16 euro, contro i 4 euro di media a cui viene venduta a Napoli.
https://www.facebook.com/ginosorbillouno/posts/10215734941875350?pnref=storyPer gli estimatori della pizza tradizionale napoletana è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso: come si può vendere a quel prezzo una pizza che pizza non è, specialmente dopo che la pizza napoletana è stata dichiarata patrimonio Unesco?
A #Cracco, dopo aver fatto la sua "pizza", hanno tolto non solo altre stelle Michelin, anche la cittadinanza italiana e la patente.
— Marco Di Maro (@MarcoDiMaro) March 9, 2018
In difesa dello chef stellato è arrivato un vero artista della pizza classica napoletana, Gino Sorbillo. Lo chef pizzaiolo ha infatti assaggiato la versione di Cracco e gli è piaciuta. “Non è Pizza Napoletana e non viene venduta e presentata come tale, è la sua Pizza e basta”, scrive sulla sua pagina Facebook.
Intanto Cracco compie un miracolo e riabilita la pizza di Salvini.#Cracco #Pizza #Salvini pic.twitter.com/OAeidF1RVk
— Luca Fois (@foisluca84) March 10, 2018
Sorbillo ha confermato la sua opinione anche in altri interventi in radio e sulla stampa, difendendo la “libertà di pizza” e prendendosi anche le ramanzine di molti utenti.
La pizza Margherita di Cracco è talmente brutta che ora si chiama pizza Mariangela.#Cracco
— LauraV. (@Vatuttobene_) March 10, 2018
Chi scrive, milanese per nascita e napoletana di origine, non può far altro che dare ragione a Sorbillo e per più motivi. Di pizze napoletane buone e veraci Milano è piena (lo stesso pizzaiolo napoletano ha un suo locale a due passi dal Duomo) come lo è di altre tipologie, a partire dalla pizza al trancio che forse farebbe inorridire i puristi ma che è altrettanto buona.
Carlo #Cracco rivisita la pizza Margherita, facendoci rimpiangere quella con l'ananas.
— Cicciogia (@cicciogia) March 10, 2018
Infine, trovare una pizza a 4 euro al tavolo a Milano (ma diciamo pure in tutto il Nord) è come trovare l’ago in un pagliaio: purtroppo, solo sotto il Po (e neanche sempre) si può trovare qualità e bontà genuina a meno di 5 euro. Senza contare che la moda delle pizze gourmet è arrivata ovunque e sempre più spesso capitano menu con pizze da 10, 12 o addirittura 15 euro lungo tutto lo Stivale.
Se proprio dobbiamo scagliare la nostra ira nazionale, facciamolo contro gli americani e quello scempio della pizza all’ananas.
Parole di Lorena Cacace