Piero Angela senatore a vita, il divulgatore dice no: ‘Non fa per me, troppi litigi’

Piero Angela ospite a 'Che tempo che fa'

Piero Angela senatore a vita? “No grazie, non fa per me“. In una lunga intervista al Corriere della Sera, il divulgatore scientifico dice no alla proposta rilanciata da Il Foglio, con tanto di appello al Capo dello Stato, e spiega i motivi del suo “gentil diniego”, svelando la sua idea di politica e ciò che pensa della politica di oggi. “Ho scritto al direttore Claudio Cerasa: grazie, sono lusingatissimo, ma lasciatemi stare, desidero continuare col mio lavoro“, chiarisce il conduttore, alle prese con le registrazioni di nuove puntate di SuperQuark. Il suo mestiere è un altro, ribadisce e soprattutto ammette di non essere fatto per le gerarchie, anche perché la politica di oggi è troppo litigiosa.

Che Piero Angela fosse un uomo libero da condizionamenti politici lo si era capito già quando raccontò di aver rinunciato alla direzione di un TG e di una rete in Rai. “Non sono fatto per certi ruoli“, ammette al quotidiano.

Eppure, tra i tanti argomenti da lui trattati nel corso della sua pluridecennale carriera da divulgatore, uno è stato proprio la politica, a cui ha dedicato un libro edito nel 2011 con un titolo molto chiaro “A cosa serve la politica?“.

Col suo approccio analitico, Angela ha voluto ricordare che nei secoli non è stata la politica a portare benessere ai cittadini, ma la scienza: sono state “le macchine e l’energia che hanno moltiplicato pani e pesci” a far uscire dalla povertà e dall’ignoranza le persone comuni, come ricorda nell’intervista.

Questo non vuol dire che i politici non abbiano un ruolo, anzi. A loro toccherebbe “gestire e distribuire bene la ricchezza che nasce da tecnologia ed energia“, invece “le maggioranze cambiano continuamente, si litiga e si parla solo di legge elettorale e nessun progetto vero diventa possibile“.

Lo scollamento della politica dalla realtà di cui tanto si parla è ben sintetizzato da Piero Angela che ha un’idea di cosa invece dovrebbe fare la classe politica di oggi: proporre un progetto futuro “composto da innovazione, tecnologia, educazione e valori“.

Anche la stampa non è immune da colpe se, come ricorda il papà di SuperQuark, “segue troppo le lotte politiche” e dimentica che “la vera ricchezza è il benessere del Paese“.

C’è stato però anche da noi un momento in cui la politica ha fatto qualcosa di grande e per Angela quel momento è il dopoguerra, quando “si voleva ricostruire puntando sul progresso dell’intero Paese“.

Oggi invece, “è un continuo, direi patologico, gioco al massacro, una costante distruzione dei progetti degli altri“, a cui lui non vuole prendere parte perché il suo lavoro è un altro: divulgare scienza e conoscenza “con lo spirito di un servitore dello Stato“.

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