Pernigotti: i turchi chiudono lo stabilimento di Novi Ligure, centinaia i licenziamenti

Niente futuro per lo storico stabilimento produttivo della Pernigotti a Novi Ligure. La nuova proprietà dell’azienda dolciaria, il gruppo turco Toksoz, dopo aver rilevato la storica azienda italiana nel 2013 ha deciso di chiudere definitivamente la fabbrica in Piemonte. Non è ancora chiaro se il marchio continuerà a vivere, di certo la produzione si trasferirà interamente in Turchia. La chiusura della Pernigotti di Novi ligure causerà inevitabilmente una serie di licenziamenti a catena. L’azienda ha al momento ancora 200 dipendenti, di cui 50 in produzione e il resto in amministrazione e vendita. Sono 100 i licenziamenti annunciati.

Il mancato rilancio dell’azienda in mano ai turchi

La multinazionale turca Toksöz è una holding famigliare, in origine farmaceutica e in espansione nel settore alimentare. Opera anche nel settore delle energie rinnovabili e della produzione enologica. Ha infatti vigneti al confine tra la Turchia, la Grecia e la Bulgaria.

Dopo aver acquisito la Pernigotti nel 2013, e aver perso circa 13 milioni di euro in cinque anni, i vertici turchi hanno dato in queste ore la comunicazione ai dipendenti. Non sono più interessati a mantenere in vita lo stabilimento di Novi Ligure. Niente rilancio, quindi, ma la chiusura dell’azienda. D’altronde era nell’aria una tale decisione: molte produzioni erano già state trasferite in Turchia.

A rischio ci sono tutti i dipendenti che perderanno il lavoro. Al momento le lettere di licenziamento sono pronte per 100 lavoratori. I dipendenti del settore commerciale potrebbero essere trasferiti a Milano. In città è già partita la mobilitazione per provare a invertire la decisione della proprietà.

Pernigotti: un pezzo di storia italiana

Stefano Pernigotti nel 1860 apre una drogheria in piazza del Mercato a Novi Ligure. Diventa presto famosa per il suo delizioso torrone. Otto anni dopo fonda insieme al figlio Francesco l’azienda dolciaria ‘Stefano Pernigotti & Figlio’. Nel 1919 subentra Paolo Pernigotti (figlio di Francesco) alla guida dell’azienda.

Nel 1927 si avvia la produzione del gianduiotto, il cioccolatino italiano per eccellenza. Nel 1935 Paolo Pernigotti acquisisce il marchio Enea Sperlari. Un anno dopo inizia la nuova produzione di preparati per gelateria, uno dei punti di forza dell’azienda ancora oggi.

Nel 1971 il figlio di Paolo, Stefano Pernigotti, subentrato al padre già negli anni ’60, acquisisce la Streglio. La crisi porta nel 1981 alla cessione della Sperlari agli americani della H.J.Heinz Company. Nel 1995 Stefano Pernigotti cede il marchio alla famiglia Averna perché rimasto senza eredi (i figli morirono in un incidente stradale in Uruguay). Nel 2000 cede la Streglio a una nipote.

Nel 2013 l’azienda passa dalla famiglia Averna alla multinazionale turca della famiglia Toksoz. Dopo cinque anni la proprietà annuncia la chiusura dello storico stabilimento produttivo di Novi Ligure.

LEGGI ANCHE MADE IN ITALY ADDIO, TUTTE LE AZIENDE ITALIANE VENDUTE ALL’ESTERO

Impostazioni privacy