Pensione anticipata 2015: novità per calcolo e requisiti

Si torna a parlare di pensioni anticipate e di flessibilità in uscita, con il governo impegnato a trovare una soluzione che salvi anche i conti. Così, il ministro Pier Carlo Padoan mette sul tavolo l’ipotesi di un prestito pensionistico aziendale per i lavoratori che vogliono andare prima in pensione, da restituire in seguito tramite l’Inps. L’idea era già stata ventilata nei mesi scorsi e oggi torna in voga, a ridosso della nuova legge di Stabilità. I margini di manovra per il governo non sono molto ampi, le risorse sono quelle che sono, ma la necessità di sbloccare l’uscita dal mercato del lavoro rimane. Da qui la proposta che potrebbe aprire nuovi scenari

Il prestito pensionistico aziendale sarebbe la soluzione allo studio dell’esecutivo. In pratica, il lavoratore si accorderebbe con l’azienda per andare in pensione prima dei tempi stabiliti dalla Fornero. Il datore di lavoro anticiperebbe la parte mancante dell’assegno pensionistico, pagando anche i contribuiti finché non abbia raggiunto l’età pensionabile per legge. A quel punto, l’azienda riavrebbe indietro quanto prestato, direttamente dall’Inps e quindi dal lavoratore.

A pagare la flessibilità in uscita sarebbero le aziende e i lavoratori, con costi residui per lo Stato. Nell’ipotesi allo studio, le aziende potrebbero aver più turn over, inserendo personale più giovane, ma dovrebbe gestire dei costi, facendosi carico di costi previdenziali aggiuntivi. Il lavoratore potrebbe sì andare in pensione prima, ma dovrebbe comunque estinguere il prestito, versando le quote tramite l’Inps.

Si tratta ancora di ipotesi e comunque, in tema pensioni, sarà il premier Matteo Renzi a decidere. Tutto è ancora in forse, in vista in una legge di Stabilità che dovrà dare diverse risposte in tema di tasse, imprese e lavoro.

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