Papa Francesco su fine vita e accanimento terapeutico: «Può essere moralmente lecito rinunciare o sospendere le cure»

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Papa Francesco interviene nel dibattito sul fine vita andando contro l’accanimento terapeutico. «Può essere moralmente lecito rinunciare o sospendere le cure», ha affermato infatti il pontefice, pur continuando a ritenere illecita la pratica dell’eutanasia.

Un messaggio forte, quello di papa Francesco, mentre il ddl sul Biotestamento è ancora bloccato in Senato e rischia di rimanere lì, incompiuto.

Il pontefice è intervenuto al convegno promosso dalla Pontificia Accademia per la Vita sul tema del fine vita. Tema al centro del dibattito da tempo, che vede contrapposti cattolici e laici (ma che divide anche gli stessi credenti) su temi come eutanasia, fine vita e accanimento terapeutico. Temi tornati attuali con la vicenda di Dj Fabo, rimasto cieco e tetraplegico in seguito a un incidente, e portato a morire in Svizzera dove l’eutanasia è legale.

E proprio contro l’accanimento terapeutico che il papa, di fatto, si è mostrato. «È moralmente lecito rinunciare all’applicazione di mezzi terapeutici, o sospenderli, quando il loro impiego non corrisponde a quel criterio etico e umanistico che verrà in seguito definito proporzionalità delle cure», ha ammonito.

Bergoglio ha chiesto quindi «un supplemento di saggezza, perché oggi è più insidiosa la tentazione di insistere con trattamenti che producono potenti effetti sul corpo, ma talora non giovano al bene integrale della persona».

«Un’azione che ha un significato etico completamente diverso dall’eutanasia, che rimane sempre illecita, in quanto si propone di interrompere la vita, procurando la morte», ha sottolineato tuttavia il papa, confermando la netta posizione della chiesa contro l’eutanasia.

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