Omicidio Sacchi, salta l’udienza per claustrofobia degli imputati

Nell’ambito del processo d’appello dell’Omicidio di Luca Sacchi del 2019, i due imputati hanno rifiutato il trasferimento a causa di claustrofobia.

I genitori di Luca Sacchi, Tribunale di Roma
I genitori di Luca Sacchi, Tribunale di Roma – Nanopress.it

Niente udienza oggi a Roma. Gli imputati Valerio Del Grosso e Paolo Pirino hanno rifiutati di essere trasferiti dal carcere di Rebibbia in aula per regioni legate alla claustrofobia proprio durante il trasferimento, che avviene tramite la camionetta della polizia penitenziaria. Accolta la richiesta della difesa per il trasferimento in ambulanza: tutta la frustrazione dei genitori della vittima.

Omicidio Sacchi: salta l’udienza per la claustrofobia dei due imputati

Valerio Del Grosso e Paolo Pirino hanno saltato l’udienza nella giornata di oggi a Roma. I due imputati, adesso nell’ambito dell’appello sul caso di omicidio di Luca Sacchi, erano stati già condannati a 27 e 25 anni – così come erano state condannate altre due persone tra la fidanzata di Luca e chi aveva fornito l’arma a Del Grosso.

I due imputati hanno saltato l’udienza che si sarebbe dovuta tenere a Roma per questioni legate alla claustrofobia. La corte ha dunque accolto la richiesta della difesa, che ha spiegato come i due ragazzi per motivi di salute non volessero effettuare il trasferimento dal carcere di Rebibbia a piazzale Clodio nella camionetta della polizia penitenziaria. Dunque i giudici della corte d’Assise hanno disposto il trasferimento in ambulanza per il quale però è stato necessario uno slittamento, con un rinvio dell’udienza fissato per il 23 di febbraio.

I genitori di Luca Sacchi: “Voglio che finisca il prima possibile”

Il Padre di Luca, Alfonso, ha parlato di agonia nel commentare quanto avvenuto in aula, e della sofferenza per un genitore quando si sbatte davanti a tali “cavilli”. Alfonso Sacchi cita anche il modo in cui i due imputati avrebbero ucciso il figlio, a bordo di una smart, facendo notare con frustrazione il paradosso. “Hanno ucciso mio figlio quei due erano in una Smart che è molto più piccola di un camionetta per il trasporto detenuti – ha dichiarato Alfonso – ora soffrono di claustrofobia, ma perché all’epoca viaggiavano in una Smart in due?“.

I genitori di Luca Sacchi, Alfonso e Bianca, all'uscita del tribunale dopo la lettura della sentenza
I genitori di Luca Sacchi, Alfonso e Bianca, all’uscita del tribunale dopo la lettura della sentenza – Nanopress.it

L’omicidio di Luca era avvenuto il 23 ottobre del 2019, e per la sua morte vennero imputati anche chi aveva fornito la pistola a Del Grosso e Pirino, Marcello De Proprio condannato in primo grado a 25 anni e la fidanzata di Sacchi, Anastasiya Kylemnyk. La giovane è stata condannata a tre anni per violazione della legge sugli stupefacenti, e a una multa di 30mila euro.

Anche la madre di Luca è intervenuta duramente sul rinvio. Tina Galati parla dei problemi avuti dopo la morte del figlio, anche fisici. Problemi all’udito, di tachicardia. “Eppure sono qui – commenta la donna – perché sono la mamma. Ma non si può allungare sempre questa tortura, non ce la faccio più. Voglio che finisca questo processo per poter stare sola con il mio dolore”.

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