No al lockdown, sì al coprifuoco: Conte potrebbe ispirarsi al modello francese contro il Coronavirus

I numeri del contagio non accennano a calare: solo nella giornata di ieri sono stati registrati 8.804 nuovi casi positivi al Covid e 83 decessi. Nonostante l’entrata in vigore da pochi giorni del nuovo dpcm, Giuseppe Conte potrebbe mettere in atto norme ancora più restrittive per contenere la pandemia, in particolare imponendo il coprifuoco alle 22 e la didattica a distanza per le scuole superiori.

Modello francese: coprifuoco temporaneo

La Francia ha dichiarato nuovamente lo stato d’emergenza, perciò a partire dal 18 ottobre, per quattro settimane, sarà imposto un coprifuoco dalle 21 alle 6 del mattino a Parigi e in altre zone a rischio. Conte sta valutando di applicare questa normativa anche in Italia per scongiurare un lockdown più avanti, magari sotto Natale.

Il premier ha lanciato un nuovo appello agli Italiani pregandoli di seguire le norme per il bene di tutti. Nelle prossime settimane verrà valutato se il dpcm sarà stato efficace e quindi saranno presi nel caso ulteriori provvedimenti. Tutto questo è volto a escludere un secondo blocco generalizzato del paese, un colpo decisamente troppo duro per l’economia, soprattutto se fatto sotto Natale, momento clou per le aziende e i consumatori.

Un lockdown natalizio potrebbe costare 16 miliardi di euro, affossando un’economia che lentamente si sta riprendendo proprio ora, perciò le attività si dicono favorevoli a eventuali norme più dure ora per poter evitare blocchi durante le feste.

Il ministro delle Autonomie, Francesco Boccia, ha aggiunto che sta monitorando le attività dove potrebbe diffondersi il virus, dai teatri ai centri estetici.

Il coprifuoco: vantaggi e perplessità

Coprire il fuoco nelle ore notturne per evitare incendi: deriva da una pratica medievale il termine “coprifuoco“, visto da alcuni come una necessità, da altri come una limitazione personale grave e fondamentalmente inutile.

Un orario oltre il quale non si può uscire può servire per mantenere tutti costantemente consapevoli della gravità della situazione, impedisce uscite serali di svago dove magari si tende a essere più “leggeri” e non rispettare le norme, influenzerebbe il comportamento di ciascuno in maniera positiva.

Dall’altro lato però, il virus non ha un orario e non è solo la notte nei locali che entra in azione. Gli assembramenti si possono formare sempre, soprattutto negli orari di punta sui mezzi pubblici, o magari a ridosso dell’inizio del coprifuoco, quando bisogna affrettarsi a portare a termine lavori, commissioni e incontri prima di poter essere multati. Non meno importanti, gli effetti che può avere sulla salute mentale delle persone: il venir meno della socialità può essere deleterio.

Tutti questi aspetti stanno venendo valutati: la popolazione deve tenersi pronta a un altro sacrificio.

Il Ministro della Salute

Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha avuto un contatto con tutti i presidenti delle Regioni per capire quali siano le più in difficoltà da un punto di vista ospedaliero. Ha dunque ricordato come ogni singolo governatore possa attuare norme maggiormente restrittive rispetto a quelle del dpcm, invitandoli a farlo e aggiungendo che potrebbero comunque arrivare dal governo centrale.

La didattica a distanza: la Azzolina dice no

L’invito a tornare allo smartworking sta venendo ascoltato dalle aziende: lavorare da casa si può fare e bisogna continuare a farlo. È invece sulla scuola che si sta consumando una sorta di battaglia.

La Regione Campania, dopo un aumento dei contagi, ha chiuso tutte le scuole, andando contro quanto affermato dalla ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, assolutamente contraria a un ritorno alla didattica a distanza, che per altro erano le stesse scuole alcuni mesi fa a non volere.

Il PD propone il 50% di didattica digitale per le scuole superiori, alternando casa e scuola, ma non è ancora stata presa una decisione capace di mettere d’accordo tutti.

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