Nigeriano ucciso a Fermo, intimidazioni contro le parrocchie che aiutano i migranti

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Don Vinicio Albanesi, il sacerdote che ospitava Emmanuel Chidi Namdi il nigeriano ucciso a Fermo da un estremista di estrema destra, lo aveva detto: ‘Siamo una chiesa che dà fastidio’. Negli ultimi tempi le parrocchie del comune del paese subiscono intimidazioni per l’aiuto offerto ai migranti.

“Ci sono piccoli gruppi, di persone che si sentono di appartenere evidentemente alla razza ariana!” ha detto Vinicio Albanesi dichiarando di conoscere bene l’ambiente di estrema destra da cui proviene anche l’ultrà Amedeo Mancini che ha assassinato Emmanuel Chidi Namdi. Il parroco ha lanciato un campanello d’allarme per il crescente clima di razzismo e xenofobia che si respira a Fermo.
Sono proprio le chiese le prime a subire intimidazioni e attacchi, sempre Don Vinicio Albanese ritiene che nel paese “c’è un habitat gratuitamente aggressivo, quasi delinquenziale” tanto da ritenere che ci sia un legame tra gli ordigni inesplosi davanti ad alcune parrocchie e l’assassinio di Emmanuel.
Lo scorso maggio, sotto il portone della chiesa di San Gabriele dell’Addolorata a Campiglione di Fermo è stato rimosso un ordigno rudimentale. L’ultimo di una lunga serie di episodi simili. Tra febbraio e marzo davanti al Duomo e davanti all’ingresso della chiesa di San Tommaso sono scoppiate due bombe rudimentali. Ad aprile un’altra deflagrazione all’ingresso della chiesa di San Marco alle Paludi, la parrocchia di monsignor Vinicio Abanesi.
I gesti intimidatori nei confronti di una comunità particolarmente sensibile alla causa degli immigrati potrebbero avere anche un unico gruppo d’autori, alla base è possibile ci sia quel profondo clima di odio razziale che matura da tempo nel piccolo comune e che ha portato all’assassinio di Emmanuel Chidi Namdi.


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