Netflix: la strategia comunicativa è geniale e vincente

Netflix, Beppe Vessicchio nel Sottosopra

E alla fine ci ricasco, mi metto qui, e poi parlo di Netflix. Non c’è niente da fare, mi dico che questa è l’ultima volta e poi “taaac” eccomi qui, ancora, e ancora, e ancora, a parlare di Netflix. È inutile, sono innamorato. La piattaforma di serie tv in streaming più importante del globo continua a stupirmi ma non tanto per le nuove proposte, i nuovi trailer o la qualità delle serie televisive, film, cartoni animati eccetera, presenti sulla piattaforma ma sul modo di comunicarle. E nello specifico, sto parlando di Netflix Italia.

Lo so che adesso siamo tutti, chi più chi meno, allucinati dal teaser trailer di Stranger Things 2 che arriverà su Netflix il 31 Ottobre, ossia ad Halloween (e tra parentesi, mancano ancora 8 mesi) e c’è già qualcuno che si sta strappando la pelle di dosso perché non vede l’ora di potersi gustare il secondo lavoro uscito direttamente dagli anni 80. Ma soffermiamoci per un momento sul COME e non sul COSA. Quindi non sulla qualità o meno delle serie televisive oppure degli stand up comedy presenti sulla piattaforma ma su come queste cose vengono comunicate. In particolare mi piace il modo di fare della Pagina Facebook Netflix che riesce sempre a trovare il modo giusto, divertente e virale di presentare una nuova proposta oppure di parlare alle persone amanti delle serie tv nel modo giusto.

Mi riferisco, tra le altre cose, alla scelta dei “testimonial”, chiamiamoli così, chiamati a presentare una nuova serie televisiva. Ad esempio: vi ricordate quando Salvatore Aranzulla (che nel 2017 ancora qualcuno non conosce, ma vabbé) ha partecipato alla presentazione della terza, ed epica, stagione di Black Mirror? È proprio quello che intendo. Prendere un personaggio, non famoso al popolo in quanto VIP o in quanto Personaggio Pubblico nel modo standard di intenderlo, e infilarlo con una tematica, un fil rouge, che lo collega alla serie televisiva in questione.

In questo caso, per i pochi che ancora non sanno davvero chi è Aranzulla, il collegamento è la tecnologia. Aranzulla è la voce dell’informatica e dell’innovazioni tecnologica da molti anni. È sempre nei primi posti di Google se cerchi “come modificare un PDF” oppure “programma gratis per masterizzare” e cose di questo tipo. Lavora da anni nel campo del web e nel suo sito, uno dei 30 più letti in Italia, si definisce un “problem solving”. Chi se non lui poteva essere il protagonista del lancio di Black Mirror? Nessun’altro, se ci pensate bene. La magia di comunicazione di Netflix nasce proprio qui: prendere un personaggio che il mondo della rete conosce e rispetta e piazzarlo all’interno di un teaser di presentazione della serie televisiva. Comunicazione perfetta.

E passiamo alla comunicazione della serie televisiva di Lemony Snicket – Una serie di sfortunati eventi. L’ambassador che ha avuto l’onere ma soprattutto l’onore di presentare questa serie, diventata evento grazie alla curiosità e l’aspettativa che gli amanti del romanzo e del film con Jim Carrey (2004) ponevano in questo prodotto, è un personaggio diventato famoso per il suo modo divertente e simpatico di interpretare il suo ruolo di presentatore e creativo nel programma Art Attack, uno dei programmi più amati dai ragazzi degli anni 90. Ovviamente sto parlando di Giovanni Muciaccia. La malvagità e la perfidia, presenti nel personaggio del Conte Olaf (interpretato magistralmente da Neil Patrick Harris) vengono ridimensionati dal mood grottesco e dal prendersi poco sul serio, un’operazione che la serie stessa in primis mette in gioco. Ed è per questo che nella presentazione sui generis di Muciaccia si ha la sensazione che ci stia prendendo totalmente per il naso.

Ma non è finita qui. Dopo Aranzulla e Muciaccia, due personaggi che sul web funzionano sempre tantissimo, ecco che arrivala perla di Netflix. La presentazione del teaser della seconda stagione di Stranger Things, e cosi torniamo all’inizio di questo articolo, ha visto come protagonista il maestro Beppe Vessicchio. Che diciamocelo, con la sua barba e il suo sguardo da buon padre di famiglia crea una grande empatia e simpatia nei confronti degli spettatori. Salito alla ribalta con i programmi di Maria De Filippi (e non solo, soprattutto è un fuoriclasse nel mondo della musica) è stato lasciato a casa da Sanremo 2017 che lo ha visto come ospite e non come direttore d’orchestra. Ed è qui il colpo di genio: Netflix ha preso la palla al balzo, se Vessicchio non è Sanremo dove può essere se non nel mondo “sottosopra” di Stranger Things. Applausi.

Grande intelligenza nella scelta dei testimonial, grande capacità di incuriosire gli spettatori e i fan anche se non amanti della serie televisiva in questione e sempre sul pezzo. Queste sono delle piccole chicche della comunicazione che dovrebbero essere presi da esempio da tutti coloro che nel mondo della comunicazione ci sguazzano. Netflix è un mondo di idee in continua evoluzione e in continua espansione e non vedo l’ora di sapere chi sarà il prossimo prescelto per presentare una delle tante serie Original Netflix.

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